lunedì 15 maggio 2023

QUALE OCCIDENTE?

Non c'è bisogno di conoscere la tesi di Elisabeth Noelle-Neumann, secondo cui i media riducono al silenzio (è la cosiddetta "spirale del silenzio") chiunque esprima idee diverse da quelle della maggioranza (ossia, di fatto, quelle dei gruppi dominanti), per rendersi conto che i media e in particolare la televisione non solo sono in grado manipolare l'opinione pubblica ma, diffondendo il timore di essere isolati o emarginati, rafforzano il conformismo intellettuale e l'omologazione dell'opinione pubblica. 

Nemmeno Internet, del resto, ha ridotto il potere di persuasione dei media mainstream, mentre ha contribuito a diffondere altre forme di "pensiero unico" o di "disordine mentale", che si  caratterizzano per un conformismo e una intolleranza sotto certi aspetti perfino peggiori di quelle che caratterizzano i media mainstream. 

Non vi è da stupirsi, quindi, che siano numerosi coloro che (giustamente, si intende) si indignano e protestano per il modo vergognoso e inaccettabile in cui si è punito Assange, ma non hanno nulla da obiettare riguardo al modo in cui in Russia viene trattato chiunque osi esprimere una opinione contraria a quella considerata "politicamente corretta" dal regime  di Putin. E un discorso analogo vale anche per Paesi come la Cina o l'Iran, in cui chi "dissente" viene non solo censurato ma messo in carcere o addirittura "eliminato". 

In sostanza, è il solito errore della sinistra che si vuole contrapporre alla sinistra liberal-progressista, quello di ignorare la dottrina dello Stato e al tempo stesso le dure repliche della storia, tanto da fare ancora l'apologia di regimi, che, sia pure solo per quanto concerne il "metodo di regno", non si distinguono da una qualsiasi dittatura.

D'altronde, definire "socialismo imperfetto" una dittatura (o una autocrazia elettiva), contraddistinta pure  da forme di sfruttamento del lavoro perfino peggiori di quelle che esistono attualmente nei Paesi liberal-capitalisti, significa ovviamente soltanto evitare di riconoscere il fallimento politico del comunismo e di trarne le inevitabili conseguenze politiche. 

Peraltro, anche se fino a pochi anni fa si poteva sostenere (e chi scrive lo ha sostenuto esplicitamente) che la Russia e la Cina limitavano la prepotenza dell'America e dell'Occidente atlantista, e sotto questo profilo potevano svolgere un "ruolo geopolitico" positivo,  oggi questo giudizio non può essere più condiviso. La Russia, aggredendo l'Ucraina, ha scelto infatti una politica di prepotenza che ha pure favorito, non certo indebolito, l'egemonia degli Usa sull'Europa. 

Ma, ad ulteriore conferma del fatto che è necessario considerare anche il particolare sistema politico di un Paese per comprendere il suo  "ruolo geopolitico", anche la stessa Cina di Xi Jinping, oltre a soffocare ogni forma di dissenso come in Russia, pare essere sempre più caratterizzata da una politica di potenza, sebbene finora la Cina non abbia aggredito alcun Paese (la stessa invasione cinese del Vietnam nel 1979 - una sorta di "spedizione punitiva" - aveva un chiaro scopo difensivo e nettamente limitato nel tempo e nello spazio) a differenza della Russia (e degli Usa). 

Certo, in questi ultimi anni l'America ha visto ridursi la propria influenza nel mondo e sembra avere preso atto dei limiti della propria potenza, ma il declino "relativo" dell'egemonia americana, anziché favorire nuove forme di cooperazione internazionale, ha favorito la crescita della "brama di potere" di grandi e piccoli potenze.

La storia del secolo scorso, del resto, ha insegnato che sia uno Stato nazional-capitalista che uno Stato comunista o "sedicente" socialista sono diversi da uno Stato liberal-capitalista, ma questo non significa che non possano perseguire degli "scopi di dominio" anche e soprattutto con mezzi più brutali di quelli impiegati dall'Occidente liberal-capitalistico, che deve pur sempre tener conto dei limiti imposti al "potere" dallo Stato di diritto e da una società "relativamente aperta".

Comunque, nonostante che vi sia una differenza notevole tra una dittatura o un regime autoritario e un regime neoliberale (in cui l'uso del bastone contro chi "dissente" non è la regola ma l'eccezione), se si è intellettualmente onesti si deve riconoscere che anche in Occidente prevale ormai una "volontà di potenza" che sembra non avere limiti grazie ad una tecnologia sempre più raffinata e "potente".

Nondimeno, è difficile negare che l'attuale sistema neoliberale si sia dimostrato incapace di far fronte alle sfide della tecnoscienza e della cosiddetta "postmodernità" senza generare dei problemi che non riesce a risolvere, benché si possa affermare che una valida alternativa politica e geopolitica al sistema neoliberale occidentale sia ancora tutta da costruire, difendendo quegli spazi di democrazia e libertà che ancora esistono in Occidente e soprattutto essendo consapevoli non solo che il mondo occidentale non è il mondo ma che, in un certo senso, è la tecnoscienza stessa a rendere necessario un altro modo di “abitare la terra”.


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