lunedì 22 maggio 2023

BAKHMUT: UNA VITTORIA DI PIRRO?

Nulla di strano che in un Paese come il nostro anche la guerra russo-ucraina venga narrata come fosse una partita di calcio.  Non potevano quindi nemmeno mancare le zuffe tra opposte tifoserie riguardo alla "caduta di Bakhmut".

In realtà i russi  o, meglio, i "mercenari" della compagnia privata Wagner sono riusciti a conquistare solo l'area urbana di Bakhmut, dopo oltre otto mesi  di continui e costosi attacchi frontali, mentre l'esercito ucraino nelle ultime settimane è riuscito a rafforzare le sue posizioni a nord e a sud della città di Bakhmut.

In pratica la battaglia di Bakhmut, anche se è costata più ai russi o alla Wagner che agli ucraini (sempre che non si creda che l'acqua scorra dal basso verso l'alto),  è costata cara pure agli ucraini, proprio in quanto è stata una battaglia di fanteria, anziché una battaglia "manovrata" (combattuta cioè principalmente da forze meccanizzate e che gli ucraini  hanno dimostrato di saper condurre meglio dei russi). Ma che la conquista di Bakhmut sia una sorta di vittoria di Pirro per i russi è difficile negarlo se si considera che a Bakhmut gli ucraini hanno “bloccato” per circa otto mesi l'esercito russo (Wagner inclusa ovviamente), conservando intatta gran parte delle loro brigate meccanizzate. 

Difatti, secondo diversi analisti gli ucraini a Bakhmut avrebbero "mirato soprattutto all'uomo" (ossia a distruggere o logorare le unità nemiche), nonostante che per Zelensky la difesa di Bakhmut fosse importante anche per motivi politici, mentre la Wagner avrebbe mirato soprattutto a conquistare il territorio (ossia proprio la città di Bakhmut), sebbene Prigozhin abbia dichiarato il contrario. Kiev, del resto, avrebbe scelto di assegnare alle brigate meccanizzate e soprattutto a quelle di nuova formazione (composte perlopiù da soldati addestrati in Occidente) gran parte dell'equipaggiamento e delle armi forniti dai Paesi occidentali, rimpiazzando le perdite - certo notevoli - delle brigate impiegate nella zona di Bakhmut con delle reclute in buona misura scarsamente addestrate.

Comunque sia, per capire l'importanza della battaglia di Bakhmut (sotto il profilo militare, s'intende, dato che sotto il profilo politico è indubbiamente un successo di Prigozhin assai più che un successo dell’esercito russo) si dovrebbe sapere non solo quali e quante "energie"  entrambi gli eserciti abbiano speso in questa battaglia ma soprattutto se i russi saranno in grado di sfruttare sotto il profilo “operativo” la conquista di Bakhmut (che di per sé conta poco o nulla) oppure saranno gli ucraini a sfruttare la conquista di posizioni migliori nella zona di Bakhmut. 

D'altronde, non si deve nemmeno dimenticare che dallo scorso ottobre vi è una sostanziale situazione di stallo in tutti gli altri settori del fronte (che è lungo circa 600 miglia) e che da mesi i russi costruiscono linee difensive in profondità (sebbene i russi continuino a premere anche nel settore di Avdiivka). L'unico tratto del fronte in cui non vi sono difese russe in profondità è appunto la zona di Bakhmut, ragion per cui diversi analisti ritengono che gli ucraini potrebbero avanzare a nord e/o a sud della città per cercare di accerchiare i soldati russi che nei prossimi giorni dovrebbero prendere il posto della Wagner nella città di Bakhmut. È probabile quindi che i russi siano costretti a rafforzare le loro difese anche in questa zona del fronte, facendovi affluire delle unità che si trovano in altri settori. 

Certo, per gli ucraini non sarebbe facile sfondare il sistema difensivo costruito dai russi, anche se è lecito ritenere che la difesa russa non possa che essere una "difesa statica". In ogni caso la controffensiva ucraina, di cui si parla da settimane, anche nel migliore dei casi ben difficilmente potrà raggiungere risultati tali da porre fine a questa guerra (a meno che non si verifichi un assai improbabile crollo di tutto il fronte russo) né si può escludere che possa perfino fallire. Ovvio quindi che gli ucraini aspettino di essere preparati nel modo migliore possibile sotto ogni profilo (logistico, operativo ecc.), prima di lanciare una controffensiva o una serie di controffensive, tanto più che dispongono di risorse e mezzi limitati (del resto è noto che all'Occidente occorrerebbero parecchi mesi per potere rimpiazzare le perdite ucraine). 

Saranno quindi le prossime settimane o addirittura i prossimi mesi a chiarire non solo la reale importanza politico-militare della battaglia di Bakhmut (che in un certo senso non è ancora terminata) ma quale dei due eserciti saprà trarre più profitto da questa sanguinosa e lunghissima battaglia combattuta (occorre non dimenticarlo) in terra ucraina. Non è però azzardato sostenere fin d'ora che la conquista russa di Bakhmut sia troppo simile ad una vittoria di Pirro per poterla considerare una vera vittoria.

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