COMUNITA’ E CONFLITTO. LA TERRA E L’OMBRA
SOMMARIO
Capitolo 1 - Il Politico e l’Economico
In questo capitolo, basandomi sugli studi di Braudel, Allegri e La
Grassa, affronto la questione della alleanza tra classe capitalistica e
Stato egemone e quindi il rapporto tra il Politico e l’Economico che
contraddistingue il mondo occidentale capitalistico.
Capitolo 2 – Lotta per l’egemonia
La crisi del centro egemonico britannico e l’emergere di quello
americano, ma alla luce della sfida antiegemonica delle tre potenze
cosiddette “have nots” (Germania, Giappone e Italia, che si possono
definire in senso lato potenze nazional-capitalistiche) e dell’Urss
(centri antiegemonici in lotta tra di loro). Uno scontro di importanza
decisiva per il successo del nuovo centro egemonico (ossia gli Usa).
Peraltro, mi concentro in particolare non solo sulla forma Stato
dell’Urss, ma pure sulla forma politica dello “Stato precario”
nazionalsocialista, dato che non è falso ma riduttivo definirlo
nazional-capitalista.
Capitolo 3 – Competizione globale e socialismo reale
La crisi dello Stato sovietico alla luce dei conflitti della seconda
metà del Novecento e il suo ruolo oggettivo di “katechon” nei confronti
della “pre-potenza” del liberal-capitalismo occidentale. La mia analisi
si basa anche su alcuni studi recenti che mostrano le vere ragioni del
crollo dell’Urss.
Capitolo 4- Strategie di dominio
Temi già
trattati in altri libri e articoli, ma qui ripresi sotto un’altra
angolazione, anche perché non posso dare per scontato che il lettore di
questo saggio abbia letto gli altri miei scritti. In sostanza, prendo in
esame la questione della egemonia (geopolitica) statunitense e della sua
attuale crisi, benché la presente fase paradossalmente sia
caratterizzata da un rafforzamento della egemonia culturale americana e
dalla diffusione del "mondialismo", che altro non è che l’ideologia
dell’oligarchia plutocratica occidentale. In quest’ottica, leggo la
nascita di nuove forme di guerra ibride e asimmetriche e il nuovo ruolo
della Russia e della Cina come centri antiegemonici, mentre aumenta il
rischio di un conflitto mondiale a causa della politica di potenza
aggressiva e irresponsabile del centro egemonico occidentale.
Capitolo 5 - L’immagine “sinistra” del capitale
Le ragioni della involuzione politica e culturale della sinistra
occidentale e le sue nefaste conseguenze soprattutto per l’Europa. In
particolare esamino la questione di una “soggettività” incentrata
sulla bramosia di possesso e del desiderio consumistico illimitato.
Essenziali al riguardo mi sembrano gli studi di Preve. In ogni caso,
cerco di mettere a fuoco come lo sfaldamento del legame comunitario, la
frammentazione sociale e la trasformazione delle persone in “macchine
desideranti” siano funzionali alla logica “deterritorializzante” della
attuale società del capitale, che vede sempre più collusi gli apparati
dello Stato con la criminalità organizzata e la formazione di masse
eterodirette prive di autentica coscienza politica.
Capitolo 6 – Krisis
Tiro le fila del discorso svolto nei capitoli precedenti, tenendo conto
sia della funzione politica (Stato, geopolitica etc.) sia di quella
tecnico-produttiva (l’apparto occidentale, il Gestell heideggeriano
etc.) sia di quella spirituale alla luce del rapporto tra individuo e
comunità e della necessità di una dottrina spirituale politica di lotta e
vittoria, tale da non sostituirsi alle differenti religioni ma capace
di (di)mostrare e difendere il loro “comune fondamento”, al di là del
fatto che si condivida o no una certa prospettiva religiosa” (sotto
questo aspetto contano gli studi di Jung, Eliade, Corbin, Nasr, Izutsu
ma anche di Colli, Kingsley, Tonelli, etc.). In quest’ottica, è palese
che il comunitarismo (in specie tenendo conto di autori quali Preve e de
Benoist) possa offrire la chiave per ridefinire la forma Stato,
saldando il piano geopolitico dei “grandi spazi” e quello di una
soggettività ancorata al “territorio” e incastonata in una logica
comunitaria (che definisco come “logica del noi”, non totalitaria ma
olistica), cioè di un “tipo umano differenziato” anziché “massificato”.
Tuttavia, si deve essere consapevoli che possono essere proprio le
“forze distruttive” della società del capitale a prevalere. Ma se ciò
accadesse, allora si assisterebbe non alla vittoria dell’Occidente bensì
all’autodistruzione della stessa civiltà e al trionfo della barbarie.
Un barbarie, invero, che caratterizza già, in un certo senso, l’età
(post)moderna in cui viviamo.
mercoledì 8 giugno 2016
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