mercoledì 8 giugno 2016

COMUNITA' E CONFLITTO. LA TERRA E L'OMBRA

COMUNITA’ E CONFLITTO. LA TERRA E L’OMBRA
SOMMARIO
Capitolo 1 - Il Politico e l’Economico
In questo capitolo, basandomi sugli studi di Braudel, Allegri e La Grassa, affronto la questione della alleanza tra classe capitalistica e Stato egemone e quindi il rapporto tra il Politico e l’Economico che contraddistingue il mondo occidentale capitalistico.
Capitolo 2 – Lotta per l’egemonia
La crisi del centro egemonico britannico e l’emergere di quello americano, ma alla luce della sfida antiegemonica delle tre potenze cosiddette “have nots” (Germania, Giappone e Italia, che si possono definire in senso lato potenze nazional-capitalistiche) e dell’Urss (centri antiegemonici in lotta tra di loro). Uno scontro di importanza decisiva per il successo del nuovo centro egemonico (ossia gli Usa). Peraltro, mi concentro in particolare non solo sulla forma Stato dell’Urss, ma pure sulla forma politica dello “Stato precario” nazionalsocialista, dato che non è falso ma riduttivo definirlo nazional-capitalista.
Capitolo 3 – Competizione globale e socialismo reale
La crisi dello Stato sovietico alla luce dei conflitti della seconda metà del Novecento e il suo ruolo oggettivo di “katechon” nei confronti della “pre-potenza” del liberal-capitalismo occidentale. La mia analisi si basa anche su alcuni studi recenti che mostrano le vere ragioni del crollo dell’Urss.
Capitolo 4- Strategie di dominio
Temi già trattati in altri libri e articoli, ma qui ripresi sotto un’altra angolazione, anche perché non posso dare per scontato che il lettore di questo saggio abbia letto gli altri miei scritti. In sostanza, prendo in esame la questione della egemonia (geopolitica) statunitense e della sua attuale crisi, benché la presente fase paradossalmente sia caratterizzata da un rafforzamento della egemonia culturale americana e dalla diffusione del "mondialismo", che altro non è che l’ideologia dell’oligarchia plutocratica occidentale. In quest’ottica, leggo la nascita di nuove forme di guerra ibride e asimmetriche e il nuovo ruolo della Russia e della Cina come centri antiegemonici, mentre aumenta il rischio di un conflitto mondiale a causa della politica di potenza aggressiva e irresponsabile del centro egemonico occidentale.
Capitolo 5 - L’immagine “sinistra” del capitale
Le ragioni della involuzione politica e culturale della sinistra occidentale e le sue nefaste conseguenze soprattutto per l’Europa. In particolare esamino la questione di una “soggettività” incentrata sulla bramosia di possesso e del desiderio consumistico illimitato. Essenziali al riguardo mi sembrano gli studi di Preve. In ogni caso, cerco di mettere a fuoco come lo sfaldamento del legame comunitario, la frammentazione sociale e la trasformazione delle persone in “macchine desideranti” siano funzionali alla logica “deterritorializzante” della attuale società del capitale, che vede sempre più collusi gli apparati dello Stato con la criminalità organizzata e la formazione di masse eterodirette prive di autentica coscienza politica.
Capitolo 6 – Krisis
Tiro le fila del discorso svolto nei capitoli precedenti, tenendo conto sia della funzione politica (Stato, geopolitica etc.) sia di quella tecnico-produttiva (l’apparto occidentale, il Gestell heideggeriano etc.) sia di quella spirituale alla luce del rapporto tra individuo e comunità e della necessità di una dottrina spirituale politica di lotta e vittoria, tale da non sostituirsi alle differenti religioni ma capace di (di)mostrare e difendere il loro “comune fondamento”, al di là del fatto che si condivida o no una certa prospettiva religiosa” (sotto questo aspetto contano gli studi di Jung, Eliade, Corbin, Nasr, Izutsu ma anche di Colli, Kingsley, Tonelli, etc.). In quest’ottica, è palese che il comunitarismo (in specie tenendo conto di autori quali Preve e de Benoist) possa offrire la chiave per ridefinire la forma Stato, saldando il piano geopolitico dei “grandi spazi” e quello di una soggettività ancorata al “territorio” e incastonata in una logica comunitaria (che definisco come “logica del noi”, non totalitaria ma olistica), cioè di un “tipo umano differenziato” anziché “massificato”. Tuttavia, si deve essere consapevoli che possono essere proprio le “forze distruttive” della società del capitale a prevalere. Ma se ciò accadesse, allora si assisterebbe non alla vittoria dell’Occidente bensì all’autodistruzione della stessa civiltà e al trionfo della barbarie. Un barbarie, invero, che caratterizza già, in un certo senso, l’età (post)moderna in cui viviamo.