giovedì 25 gennaio 2024

L'EURO-ATLANTISMO SEMBRA GIUNTO AL "CAPOLINEA" MA IL NUOVO NON PUÒ (ANCORA) NASCERE

L'attuale crisi politica e sociale dell'America è certo la più grave dopo la guerra di secessione, tanto più che si somma al declino (relativo) della potenza occidentale egemone (e non sembra errato affermare che in pratica si tratta di due facce della medesima medaglia). Non a caso per buona parte degli americani il nemico politico più pericoloso dell'America si trova proprio a Washington (ossia è lo stesso Stato federale guidato dai democratici).

D'altronde, la società americana, oltre ad essere caratterizzata da un altissimo tasso di criminalità e di povertà nonché dal conflitto tra diversi gruppi etnici, è profondamente divisa su questioni politiche essenziali, inclusa la stessa idea di nazione, al punto che si sta pure acuendo il conflitto tra singoli Stati (come il Texas) e lo Stato federale, in specie per il problema dell'immigrazione e la difesa dei confini nazionali.

In questo contesto è ovvio che il successo politico di Trump sia l'effetto, non la causa, dei molti mali che affliggono la società americana, benché il "trumpismo" minacci di rendere ingovernabile la crisi politica  e sociale del "gigante d'oltreoceano".

Comunque sia, mai come ora sarebbe necessario per l'Europa "smarcarsi" dall'egemonia geopolitica degli USA, puntando ad acquisire una  reale autonomia strategica.

Tuttavia, è palese che l'attuale leadership europea non è affatto all'altezza delle difficili sfide geopolitiche ed economiche del nostro tempo, anche perché  mettere fine all'euro-atlantismo, optando per un autentico europeismo, significa mettere fine alla politica neoliberale che ha contraddistinto la storia recente dell’Europa.

Nondimeno, è chiaro che l'euro-atlantismo in un certo senso è giunto al "capolinea", dato che pure gli euro-atlantisti  indipendentemente dall'attuale "blocco" degli aiuti militari americani all'Ucraina, sanno che non possono più avere piena fiducia nell'America nemmeno per quanto concerne la difesa dell'Europa.

Ma è anche vero che la decisione di Mosca di inglobare con la forza l'Ucraina nello spazio geopolitico  non solo ha portato alla rottura tra l'Europa occidentale e la Russia ma ha rafforzato la dipendenza del Vecchio Continente dagli USA. Peraltro, non solo gran parte dell'Europa orientale ma pure i Paesi scandinavi e la Gran Bretagna non sono certo disposti a subire la politica "neoimperialista" della Russia di Putin senza reagire. Inoltre, la Russia aggredendo l'Ucraina ha creato una situazione che favorisce la crescita di movimenti politici di estrema destra e xenofobi (come l'AFD che potrebbe pure "destabilizzare" la Germania). 

Pare lecito quindi sostenere, usando le parole di Gramsci, che la crisi dell'Europa "consiste nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi".

In definitiva, se non si sarà capaci (ma in pratica se non lo saranno la Germania e la Francia che, comunque la si pensi, rimangono i principali Paesi dell'UE) di ridefinire la politica della UE secondo una prospettiva che tenga conto della necessità per il Vecchio Continente di saper "camminare con le proprie gambe"*  e di  conseguenza (ovviamente senza rinunciare alla difesa dei principi della civiltà europeo-occidentale)** della necessità di ridefinire il rapporto tra l'Europa e il cosiddetto "resto del mondo" (e in particolare con il Sud del mondo, da cui, del resto, dipende in buona misura il futuro del Vecchio Continente), l'Europa potrebbe davvero trovarsi in una situazione non diversa (mutatis mutandis, s'intende) da quella che caratterizzò la storia europea della prima metà del secolo scorso.

*Si badi che il problema non è tanto quello di aumentare le spese militari dei Paesi europei quanto piuttosto la mancanza di una difesa europea. Del resto, la spesa annuale complessiva per la difesa dei quattro maggiori Paesi dell'UE (Germania, Francia, Italia e Spagna) ammonta a più di 150 miliardi di euro (vedi The Military Balance 2023), che non sarebbe una spesa militare insignificante se ci fosse una vera difesa europea. Germania, Francia, Italia e Spagna potrebbero quindi dar vita ad una difesa europea lasciando gli altri Paesi dell'UE liberi di farne parte. Ma una difesa europea implicherebbe una politica estera comune, una politica fiscale comune, un debito pubblico comune ecc. (d'altronde solo così si potrebbe generare un "patriottismo europeo"). Inutile quindi dire che attualmente non ci sono le condizioni politiche per raggiungere un tale obiettivo.

**Al riguardo si deve essere chiari, perché non è certo cedendo alla prepotenza delle autocrazie che si possa evitare il declino dell'Europa. 


lunedì 15 gennaio 2024

MALA TEMPORA CURRUNT

Che i sonnambuli non siano solo gli occidentali è indubbio, ma l'insipienza politico-strategica occidentale non contribuisce certo ad impedire il peggio.

D'altronde, è innegabile che l'Occidente a guida (anglo)americana e la russofobia di alcuni Paesi dell'Europa orientale abbiano rafforzato l'estremismo nazionalista russo non solo prima ma anche e soprattutto dopo il 24 febbraio 2022. 

Il Cremlino sa che gran parte del popolo russo non vuole la guerra, ma può convincere il popolo russo che non si può trattare con chi non ha alcuna intenzione di trattare perché mira ad infliggere una ferita letale alla Russia. 

Certo, Washington non mira a disgregare la Federazione Russa né vuole un'escalation, ma agendo come se lo scopo politico della NATO fosse la caduta del regime di Putin, di fatto fa solo il gioco dei "falchi" del Cremlino. La diplomazia ovviamente ha i suoi limiti, ma trattare senza rinunciare a combattere, ossia senza rinunciare a difendere l'Ucraina, non equivale ad arrendersi (necessaria comunque sarebbe un'azione diplomatica soprattutto da parte degli Usa, dato che la Russia difficilmente può trattare solo con l'Ucraina; ovviamente che Mosca sia disposta davvero ad accettare una soluzione diplomatica del conflitto - senza mettere in discussione l'indipendenza e la sicurezza dell'Ucraina, s'intende - è tutto da dimostrare).

Del resto, Biden, sostituendo il realismo geopolitico con l'ideologia, sulla questione degli aiuti all'Ucraina è riuscito perfino ad inimicarsi i repubblicani che non sono trumpisti. E come se non bastasse, Washington ponendo il veto sul cessate il fuoco a Gaza ha gettato benzina sul fuoco pure in Medio Oriente e ben difficilmente potranno essere le "cannoniere" (anglo)americane a porvi rimedio. 

In sostanza, se si agisce come se il mondo fosse ancora quello del "razzista e delirante Theodor Roosevelt"* allora sarà inevitabile non solo rafforzare i  nemici del "mondo occidentale" ma inimicarsi pure quella parte del mondo che sa che la civiltà europeo-occidentale non significa solo colonialismo e imperialismo.

*https://www.lastampa.it/esteri/2024/01/14/news/imperialismo_occidentale-13993541/. "Quando la Terza guerra mondiale più o meno a puntate sarà, speriamo, contenuta - scrive Domenico Quirico - bisognerà per rimetter insieme i cocci, oltre che tagliare gli artigli dei nuovi imperialismi autocratici russo cinesi e delle scalate messianico-terroriste, anche smontare pezzo a pezzo gli imperialismi anglosassoni, degli Stati Uniti e quello grottesco del maggiordomo britannico, ponendo termine a questa pretesa arrogante di poter decidere quando, dove e come i loro interessi debbano essere tutelati. In diritto di ingerenza non in nome della democrazia e di Antigone ma dei propri affari che sta affondando tutto l’occidente, Europa compresa, nella violenta antipatia del resto del mondo", ibidem. Difficile non condividere, anche se è  ovvio che siano gravi e non tollerabili gli attacchi del gruppo yemenita degli Houthi, sostenuto dall'Iran, conto i mercantili nel Mar Rosso.

venerdì 12 gennaio 2024

IL FUTURO DELL'EUROPA

Che la improvvida e scellerata decisione del Cremlino di inglobare con la forza l'Ucraina nello spazio geopolitico russo avrebbe provocato una forte reazione da parte anche dell'UE era ovviamente scontato (è possibile che Putin ritenesse che, come dopo l'annessione della Crimea, gli interessi economici della Germania avrebbero prevalso sulla geopolitica e sugli stessi rapporti tra la Germania - e in generale l'Europa occidentale - e l'America, ma chiaramente se Putin fosse stato davvero convinto di questo, si sarebbe trattato di un madornale errore di calcolo strategico) .

Nondimeno, anche questo conflitto ha messo in luce che gli interessi dei principali Paesi dell'UE (ovverosia la Germania e la Francia nonché la stessa Italia) sono diversi sia da quelli dell'America sia da quei Paesi dell'UE per i quali la Russia in quanto tale (ossia non solo la Russia di Putin) è un nemico politico.

Non è certo un mistero, infatti, che il petrolio e il gas della Russia fossero di fondamentale importanza soprattutto per la Germania (nonché per l'Italia, la cui industria peraltro dipende in buona parte da quella tedesca), di modo che avervi rinunciato con le sanzioni imposte alla Russia comporta un costo assai salato per la Germania, che è la locomotiva economica della UE, e di conseguenza per l'intero continente europeo. 

Certo le sanzioni colpiscono anche la Russia, anche se non sono  in  grado di porre fine all'aggressione russa, tanto più che la Russia non è affatto isolata e notoriamente vende o svende non solo il proprio gas alla Cina* ma anche il proprio petrolio all'India, agli Emirati Arabi, alla Turchia, a Singapore e alla stessa Cina che lo rivendono sotto forma di prodotti raffinati anche ai Paesi europei.

Ma indipendentemente dal costo (certo assai salato) che la Russia di Putin sta pagando e soprattutto dovrà pagare nel medio periodo per avere cercato di risolvere con una guerra di aggressione una controversia (geo)politica non immaginaria ma che non costituiva comunque alcuna seria minaccia militare per la sicurezza nazionale della Russia (ne è prova anche il fatto che la NATO non fosse preparata per combattere una guerra nel cuore dell'Europa), un conto era la scelta (inevitabile) di aiutare militarmente e finanziariamente l'Ucraina a difendere la propria indipendenza, un altro imporre alla Russia una serie di sanzioni credendo che avrebbero costretto Mosca a gettare la spugna nel breve periodo.

D'altronde, che la Turchia (che ha dato armi all'Ucraina ma non ha imposto sanzioni alla Russia) abbia svolto un ruolo politico decisamente maggiore della UE per quanto concerne il conflitto russo-ucraino è un'ulteriore conferma della nullità geopolitica della UE, cui sarebbe convenuto (in particolare sotto il profilo economico) agire con più cautela per quanto concerne certe sanzioni imposte alla Russia ** e non rinunciare ad un'azione diplomatica per porre fine al conflitto russo-ucraino (pur garantendo la difesa dell'Ucraina, mentre adesso in Occidente cresce il numero di coloro che non vogliono dare più armi all'Ucraina), poiché è possibile anzi necessario trattare anche quando si combatte (come si fece ad esempio nella guerra di Corea) allorché non si può imporre al nemico una resa senza condizioni.***

Comunque sia, è evidente che "questa" UE non sia all'altezza delle sfide (geo)politiche ed economiche del nostro tempo, tanto che perfino Romano Prodi ritiene che "non possiamo più sopportare di non avere una politica estera, di avere Turchia e Russia che comandano in Libia, di non sapere che decisioni prendere perché le dobbiamo prendere tutte all'unanimità, dalla guerra in Iraq in poi. Sono convinto che alcuni Paesi europei stiano capendo questo aspetto e, se si potesse creare un primo legame su questo con Germania, Francia, Italia, e Spagna, si troverebbe un nucleo che può fare finalmente il salto in avanti nella politica europea."****

Molti però sono gli ostacoli che si dovrebbero superare per poter fare questo "salto in avanti", che pure sarebbe indispensabile anche tenendo conto di quel che potrebbe accadere nel caso che Trump venisse eletto presidente degli Stati Uniti il prossimo novembre. 

In pratica, attualmente non vi sono nemmeno le condizioni politiche per dare vita ad una difesa europea che del resto implicherebbe la nascita di una Unione politica europea dotata di reale autonomia strategica e quindi imperniata su una concezione (geo)politica europeista nettamente distinta dall'euro-atlantismo, difeso "a spada tratta" sia da diversi Paesi europei (in specie dell'Europa orientale), per i quali è essenziale che l'UE sia legata agli USA da un rapporto non di amicizia (come ovviamente è necessario) ma di "dipendenza" (geo)politica, sia da quei gruppi dominanti europei (italiani e tedeschi inclusi), i cui interessi e privilegi sono tutelati soprattutto dagli USA nella misura in cui Washington svolge ancora il ruolo di gendarme del liberal-capitalismo o del capitalismo predatore occidentale.

In sostanza, considerando anche che l'attuale fase storica è caratterizzata dalla mancanza di un vero ordine mondiale o, se si preferisce, da una sorta di "disordine multipolare" (che alcuni definiscono una "guerra mondiale a pezzi"), è inevitabile che l'Europa rischi il declino politico, economico e perfino culturale o addirittura di diventare una sorta di "caoslandia" se non sarà capace di superare gli attuali limiti (geo)politici della UE, benché si tratti di limiti che sono imposti all'UE non dall’America ma dagli stessi gruppi dominanti europei.

*https://www.reuters.com/business/energy/russias-gazprom-breaks-daily-record-gas-supply-china-2024-01-03/. Naturalmente, nel medio periodo le sanzioni incideranno negativamente sull'economia russa - anche se adesso l'industria bellica lavora a pieno ritmo -  che dipende non poco dalle importazioni soprattutto da Paesi occidentali. Certo, tramite la vendita di petrolio e gas a Paesi che non hanno imposto sanzioni alla Russia e grazie alle "triangolazioni" la Russia può risolvere i problemi dell'industria bellica, ma il "collo di bottiglia" è assai stretto e tutto costa più caro. Le spese per la difesa, del resto, sono tali da sottrarre già risorse allo sviluppo della società e dell'economia russa (infrastrutture, servizi sociali, sanità ecc.). 

**Comunque la si pensi  per quanto concerne le sanzioni imposte alla Russia (giacché si deve tenere conto anche di quel che si è scritto nella nota precedente), gravissimo è stato il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, compiuto probabilmente (di certo non vi è ancora nulla al riguardo) da apparati militari e di intelligence dell'Ucraina. 

***Se non si fosse rinunciato ad un'azione diplomatica (soprattutto per cercare di creare le condizioni per una trattativa sulla questione della Nato o della sicurezza europea) e si fossero date subito all'esercito ucraino armi che invece sono arrivate in Ucraina solo dopo molti mesi di guerra, probabilmente si sarebbe evitata una pericolosa "escalation" senza penalizzare l'esercito ucraino, che avrebbe potuto di conseguenza raggiungere risultati maggiori nell'estate del 2022 (al riguardo vedi https://www.washingtonpost.com/opinions/2024/01/09/ukraine-war-win-chance-west-lost/). Sulla difficile situazione attuale dell'esercito ucraino si veda ad esempiohttps://www.nytimes.com/2024/01/13/world/europe/ukraine-russia-war.html

****https://it.euronews.com/2021/12/09/prodi-l-europa-non-ha-una-politica-estera-con-l-unanimita-non-si-puo-governare.