venerdì 12 gennaio 2024

IL FUTURO DELL'EUROPA

Che la improvvida e scellerata decisione del Cremlino di inglobare con la forza l'Ucraina nello spazio geopolitico russo avrebbe provocato una forte reazione da parte anche dell'UE era ovviamente scontato (è possibile che Putin ritenesse che, come dopo l'annessione della Crimea, gli interessi economici della Germania avrebbero prevalso sulla geopolitica e sugli stessi rapporti tra la Germania - e in generale l'Europa occidentale - e l'America, ma chiaramente se Putin fosse stato davvero convinto di questo, si sarebbe trattato di un madornale errore di calcolo strategico) .

Nondimeno, anche questo conflitto ha messo in luce che gli interessi dei principali Paesi dell'UE (ovverosia la Germania e la Francia nonché la stessa Italia) sono diversi sia da quelli dell'America sia da quei Paesi dell'UE per i quali la Russia in quanto tale (ossia non solo la Russia di Putin) è un nemico politico.

Non è certo un mistero, infatti, che il petrolio e il gas della Russia fossero di fondamentale importanza soprattutto per la Germania (nonché per l'Italia, la cui industria peraltro dipende in buona parte da quella tedesca), di modo che avervi rinunciato con le sanzioni imposte alla Russia comporta un costo assai salato per la Germania, che è la locomotiva economica della UE, e di conseguenza per l'intero continente europeo. 

Certo le sanzioni colpiscono anche la Russia, anche se non sono  in  grado di porre fine all'aggressione russa, tanto più che la Russia non è affatto isolata e notoriamente vende o svende non solo il proprio gas alla Cina* ma anche il proprio petrolio all'India, agli Emirati Arabi, alla Turchia, a Singapore e alla stessa Cina che lo rivendono sotto forma di prodotti raffinati anche ai Paesi europei.

Ma indipendentemente dal costo (certo assai salato) che la Russia di Putin sta pagando e soprattutto dovrà pagare nel medio periodo per avere cercato di risolvere con una guerra di aggressione una controversia (geo)politica non immaginaria ma che non costituiva comunque alcuna seria minaccia militare per la sicurezza nazionale della Russia (ne è prova anche il fatto che la NATO non fosse preparata per combattere una guerra nel cuore dell'Europa), un conto era la scelta (inevitabile) di aiutare militarmente e finanziariamente l'Ucraina a difendere la propria indipendenza, un altro imporre alla Russia una serie di sanzioni credendo che avrebbero costretto Mosca a gettare la spugna nel breve periodo.

D'altronde, che la Turchia (che ha dato armi all'Ucraina ma non ha imposto sanzioni alla Russia) abbia svolto un ruolo politico decisamente maggiore della UE per quanto concerne il conflitto russo-ucraino è un'ulteriore conferma della nullità geopolitica della UE, cui sarebbe convenuto (in particolare sotto il profilo economico) agire con più cautela per quanto concerne certe sanzioni imposte alla Russia ** e non rinunciare ad un'azione diplomatica per porre fine al conflitto russo-ucraino (pur garantendo la difesa dell'Ucraina, mentre adesso in Occidente cresce il numero di coloro che non vogliono dare più armi all'Ucraina), poiché è possibile anzi necessario trattare anche quando si combatte (come si fece ad esempio nella guerra di Corea) allorché non si può imporre al nemico una resa senza condizioni.***

Comunque sia, è evidente che "questa" UE non sia all'altezza delle sfide (geo)politiche ed economiche del nostro tempo, tanto che perfino Romano Prodi ritiene che "non possiamo più sopportare di non avere una politica estera, di avere Turchia e Russia che comandano in Libia, di non sapere che decisioni prendere perché le dobbiamo prendere tutte all'unanimità, dalla guerra in Iraq in poi. Sono convinto che alcuni Paesi europei stiano capendo questo aspetto e, se si potesse creare un primo legame su questo con Germania, Francia, Italia, e Spagna, si troverebbe un nucleo che può fare finalmente il salto in avanti nella politica europea."****

Molti però sono gli ostacoli che si dovrebbero superare per poter fare questo "salto in avanti", che pure sarebbe indispensabile anche tenendo conto di quel che potrebbe accadere nel caso che Trump venisse eletto presidente degli Stati Uniti il prossimo novembre. 

In pratica, attualmente non vi sono nemmeno le condizioni politiche per dare vita ad una difesa europea che del resto implicherebbe la nascita di una Unione politica europea dotata di reale autonomia strategica e quindi imperniata su una concezione (geo)politica europeista nettamente distinta dall'euro-atlantismo, difeso "a spada tratta" sia da diversi Paesi europei (in specie dell'Europa orientale), per i quali è essenziale che l'UE sia legata agli USA da un rapporto non di amicizia (come ovviamente è necessario) ma di "dipendenza" (geo)politica, sia da quei gruppi dominanti europei (italiani e tedeschi inclusi), i cui interessi e privilegi sono tutelati soprattutto dagli USA nella misura in cui Washington svolge ancora il ruolo di gendarme del liberal-capitalismo o del capitalismo predatore occidentale.

In sostanza, considerando anche che l'attuale fase storica è caratterizzata dalla mancanza di un vero ordine mondiale o, se si preferisce, da una sorta di "disordine multipolare" (che alcuni definiscono una "guerra mondiale a pezzi"), è inevitabile che l'Europa rischi il declino politico, economico e perfino culturale o addirittura di diventare una sorta di "caoslandia" se non sarà capace di superare gli attuali limiti (geo)politici della UE, benché si tratti di limiti che sono imposti all'UE non dall’America ma dagli stessi gruppi dominanti europei.

*https://www.reuters.com/business/energy/russias-gazprom-breaks-daily-record-gas-supply-china-2024-01-03/. Naturalmente, nel medio periodo le sanzioni incideranno negativamente sull'economia russa - anche se adesso l'industria bellica lavora a pieno ritmo -  che dipende non poco dalle importazioni soprattutto da Paesi occidentali. Certo, tramite la vendita di petrolio e gas a Paesi che non hanno imposto sanzioni alla Russia e grazie alle "triangolazioni" la Russia può risolvere i problemi dell'industria bellica, ma il "collo di bottiglia" è assai stretto e tutto costa più caro. Le spese per la difesa, del resto, sono tali da sottrarre già risorse allo sviluppo della società e dell'economia russa (infrastrutture, servizi sociali, sanità ecc.). 

**Comunque la si pensi  per quanto concerne le sanzioni imposte alla Russia (giacché si deve tenere conto anche di quel che si è scritto nella nota precedente), gravissimo è stato il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, compiuto probabilmente (di certo non vi è ancora nulla al riguardo) da apparati militari e di intelligence dell'Ucraina. 

***Se non si fosse rinunciato ad un'azione diplomatica (soprattutto per cercare di creare le condizioni per una trattativa sulla questione della Nato o della sicurezza europea) e si fossero date subito all'esercito ucraino armi che invece sono arrivate in Ucraina solo dopo molti mesi di guerra, probabilmente si sarebbe evitata una pericolosa "escalation" senza penalizzare l'esercito ucraino, che avrebbe potuto di conseguenza raggiungere risultati maggiori nell'estate del 2022 (al riguardo vedi https://www.washingtonpost.com/opinions/2024/01/09/ukraine-war-win-chance-west-lost/). Sulla difficile situazione attuale dell'esercito ucraino si veda ad esempiohttps://www.nytimes.com/2024/01/13/world/europe/ukraine-russia-war.html

****https://it.euronews.com/2021/12/09/prodi-l-europa-non-ha-una-politica-estera-con-l-unanimita-non-si-puo-governare.

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