Oggi l'Europa si trova in una situazione simile, anche se non identica, a quella che nel 1938 Carl Schmitt definì come una “abnorme situazione intermedia tra guerra e pace, in cui tutte e due le cose sono mischiate”.
Eppure è noto che secondo Cicerone (ottava filippica) “inter pacem et bellum nihil est medium” ossia tra pace e guerra non c'è una via di mezzo (si veda l'articolo di N. Irti, Tra pace e guerra non c'è una via di mezzo , "Ilsole24ore", 27-06-2022, pubblicato in rete).
Tuttavia, Schmitt si riferiva alla estensione dell’idea di guerra alle attività non militari (economiche, propagandistiche ecc.) che sempre più caratterizzano la politica internazionale e che in sostanza si basano, come in guerra, sulla distinzione/contrapposizione tra amico e nemico.
Ancora più rilevante però è che la situazione che caratterizzava l'Europa nel 1938 non durò a lungo. Pace e guerra quindi non furono più mischiate e si impose l'alternativa o amico o nemico.
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In questa prospettiva, si può prendere anche in considerazione la tesi secondo cui non si deve stare né con la Nato né con Putin.
In teoria si tratta di una posizione politica che si potrebbe condividere, anche se in pratica è assai difficile non stare con la Nato quando si fa parte della Nato. Nondimeno, vi è pure da considerare il problema della difesa dell'Ucraina.
Non aiutare militarmente l'Ucraina, infatti, equivale a stare dalla parte di Putin e poiché non c'è una difesa europea degna di questo nome, solo la Nato (ossia soprattutto l'America) può aiutare l'Ucraina a difendersi dall'aggressione russa (peraltro, anche se si può certo mettere in discussione la politica della Nato e in particolare dell'America riguardo all'Ucraina anche prima di Euromaidan, ormai è evidente che la Russia non ha mai veramente riconosciuto l'indipendenza politica dell'Ucraina).
Invero, non è tanto la questione dei difetti del regime nazionalista di Kiev (comunque di gran lunga meno gravi e meno pericolosi di quelli del regime di Putin) a rendere difficile per molti stare dalla parte dell'Ucraina, quanto piuttosto il fatto che l'Ucraina sia aiutata dalla Nato e in specie dall'America.
Tuttavia, essere alleati non significa necessariamente essere "amici" (i sovietici erano alleati degli angloamericani nella Seconda guerra mondiale ma certo non erano "amici"; lo stesso, del resto, si può dire dei partigiani comunisti o di giustizia e libertà che erano solo alleati con i partigiani bianchi e in pratica pure con i "badogliani").
Si tratta quindi di una differenza politica che dovrebbe "orientare" la politica dei principali Paesi della Ue in senso diverso da quella della Gran Bretagna e dei Paesi dell'Europa orientale (che sembrano ormai una sorta di appendice dell'America nel Vecchio Continente) anche riguardo alla difesa dell'Ucraina, facendo dipendere la questione territoriale dell'Ucraina da quella della sicurezza e indipendenza dell'Ucraina e non viceversa, lasciando che la questione del regime di Putin sia risolta soprattutto dai russi, e al tempo stesso impegnandosi a dar vita ad una difesa europea degna di questo di nome, senza la quale nessuna autonomia strategica dell'Europa è possibile.
Ridurre la "dipendenza" geopolitica dell'Europa (perlomeno di gran parte dell'Europa occidentale) dall'America e adoperarsi per un diverso e più equo rapporto con il "resto del mondo" è certo necessario, ma senza cedere ai ricatti e alla prepotenza della Russia di Putin ossia senza "sacrificare" la sicurezza e l'indipendenza dell'Ucraina che, comunque la si pensi, è un Paese europeo (e pure questo conta sotto il profilo geopolitico) che sta combattendo una guerra di liberazione nazionale.
In altri termini si dovrebbe difendere una posizione davvero europeista, anziché meramente euro-atlantista, secondo una prospettiva realistica basata su un'etica della responsabilità.
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