Non è certo difficile criticare l'America perché mira a ridefinire i rapporti con l'Ue badando a difendere in primo luogo i propri interessi economici e geopolitici anziché quelli dell'Europa (ma in un certo senso si tratta della "scoperta dell'acqua calda"). Né è difficile immaginare che la situazione per l'Europa potrebbe pure peggiorare se la tensione tra gli Stati Uniti e la Cina dovesse continuare a salire.
Nondimeno, gli europei dovrebbero criticare soprattutto sé stessi (del resto è noto che un vincolo esterno dipende da un vincolo interno) per avere creato una Unione competitiva europea e avere creduto che una moneta comune senza uno Stato potesse dar vita ad una vera Unione (geo)politica europea e che ciascun Paese europeo, difendendo il proprio interesse anche a scapito degli interessi degli altri Paesi europei, potesse contribuire a trasformare l'Ue in un attore geopolitico.
Non dovrebbe stupire quindi che adesso un'Europa "imbelle" (e soprattutto la Germania, che ora paga il costo della sua miopia strategica, tanto che attualmente il suo ruolo sulla scacchiera geopolitica è perfino inferiore a quello della Polonia o della Gran Bretagna) si trovi a partecipare ad un "gioco geopolitico" in cui conta poco o nulla.
In altri termini, adesso l’Europa "paga" le conseguenze di una ottusa concezione economicistica e non saranno certo le marce per la pace a creare le condizioni perché vi sia la pace. Peraltro, non si può nemmeno escludere che non solo il fallimento americano in Afghanistan ma la stessa debolezza militare dell'Europa abbia, perlomeno in qualche misura, indotto Mosca a ritenere che fosse possibile risolvere la questione ucraina con le armi, senza che la Nato potesse aiutare in modo significativo l'esercito ucraino, mentre in realtà la scellerata decisione di Mosca di invadere l’Ucraina per insediare un governo filorusso a Kiev ha solo rafforzato la Nato nonché la stessa egemonia dell’America sull’Europa e in particolare sull’Europa occidentale*.
D’altronde, chi scrive ha sempre evidenziato la tracotanza atlantista e pure le "ragioni geopolitiche" della Russia, ma secondo una prospettiva geopolitica e politico-culturale ben diversa da quella della Russia di Putin (sempre più simile ad una caserma o ad una prigione), la cui prepotenza non è certo inferiore a quella dell’America di George W. Bush, dacché non si può giustificare - sempre che non si voglia ripetere a pappagallo l'insulsa e grottesca propaganda di Mosca, come fanno i "nostri putiniani" - il modo in cui il Cremlino intende far valere le "ragioni geopolitiche" della Russia o, meglio, quelle che secondo il Cremlino sarebbero le "ragioni geopolitiche" della Russia nei confronti dell'Ucraina, che per il Cremlino evidentemente ha il diritto di esistere solo come parte della “Grande Russia”.
Del resto, se è vero che la Russia ormai è una sorta di "junior partner" della Cina (il cui ruolo geopolitico è sempre maggiore come pure la sua spesa militare) e in certo senso pure dell'India, giacché la Russia di Putin è una superpotenza nucleare ma con un'economia simile all'economia di un Paese del cosiddetto "terzo mondo", al punto che sotto il profilo tecnologico dipende quasi del tutto dall'estero, è pure vero che il multipolarismo ha il "vento in poppa", anche se gli euro-atlantisti continuano a scambiare il mondo occidentale per il mondo. (Si badi però che una "fase multipolare" non è affatto sinonimo di un'età di pace. D'altra parte non è neppure chiaro quale sia il ruolo geopolitico che la Cina intende svolgere sulla scacchiera geopolitica, anche se finora ha puntato soprattutto sul commercio; al riguardo basta pensare alla "spinosa" questione di Taiwan nonché alla posizione della Cina per quanto concerne la guerra russo-ucraina).
Comunque sia, è chiaro che le "chiavi strategiche" della guerra russo-ucraina sono possedute dalla Russia e dall'America (dato che è evidente che la difesa dell'Ucraina dipende soprattutto dagli aiuti americani, nonostante che si debba riconoscere che la stragrande maggioranza degli ucraini è decisa a battersi con valore e a compiere qualsiasi sacrificio pur di difendere la propria terra e la propria indipendenza), non certo dall’Ue, che sotto il profilo geopolitico sembra un vaso di coccio tra vasi di ferro.
*Si noti che un'analisi non si deve basare su ciò che è "meramente" possibile, ma su ciò che è possibile tenendo conto della realtà. Naturalmente, se quest'ultima cambia allora cambiano anche gli scenari possibili.
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