martedì 24 gennaio 2023

UNA GUERRA ESISTENZIALE?

Lucio Caracciolo qualche giorno fa ha sostenuto (giustamente) che l'America in un certo senso intende “salvare” la Federazione Russa non certo distruggerla o “disgregarla”, sia perché l’esistenza di un “nemico” come la Russia giustifica l’esistenza stessa della Nato sia perché, se la Federazione Russa si sfasciasse,  si creerebbe uno scenario “da incubo”, in quanto è impossibile sapere chi controllerebbe l’enorme arsenale nucleare russo (non a caso all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso furono proprio gli americani a convincere gli ucraini a consegnare le loro testate nucleari alla Russia, in cambio del riconoscimento da parte di Mosca dei confini dell’Ucraina, Crimea inclusa).


Tuttavia, in un articolo pubblicato su La Stampa (il cui senso, peraltro, è stato frainteso da molti, compreso chi ha scritto il titolo di quest’articolo), Caracciolo ha sostenuto che sia per l’Ucraina che per la Russia questa guerra è una guerra esistenziale. Orbene, se la guerra che si combatte in Ucraina è una guerra esistenziale per la Russia allora in questa guerra è in gioco la stessa esistenza della Russia e quindi non si può sostenere che lo scopo dell’America non è la distruzione o la “disgregazione” della Federazione Russa. Si tratta cioè di una evidente contraddizione, che probabilmente è la conseguenza del fatto che non si chiarisce bene che significa una guerra o una minaccia esistenziale per la Russia.


In altri termini, se per la Russia questa guerra rappresentasse davvero una minaccia esistenziale, l’unico modo per eliminarla sarebbe non sconfiggere l’Ucraina (che certo in quanto tale non rappresenta una minaccia esistenziale per la Russia) ma cacciare l’America dall’Europa, o perlomeno cacciare la Nato dall’Europa orientale (ossia eliminare del tutto la presenza della Nato ai confini occidentali della Russia), dato che solo la Nato può costituire una minaccia esistenziale per la Russia. In sostanza, se la guerra che la Russia sta combattendo in Ucraina è una guerra esistenziale allora pure per la Nato, non solo per l’Ucraina, si tratterebbe di una guerra esistenziale. Pertanto, una disastrosa escalation – ossia una guerra tra la Nato e la Russia – sarebbe inevitabile. 

Nondimeno, è proprio Caracciolo che ha chiarito assai bene che per l’America (e quindi per la Nato, dato che è fuori discussione che sia l’America a possedere le “chiavi strategiche” della Nato e quindi in un certo senso anche - insieme ovviamente con la Russia - di questa guerra) non è affatto in gioco l’esistenza stessa della Russia nella guerra che si combatte in Ucraina. Del resto, se l’Ucraina dovesse riuscire a riconquistare i territori perduti in questi undici mesi di guerra, non sarebbe certo messa a repentaglio l’integrità territoriale (quella esistente prima del 24 febbraio, si intende) della Federazione Russa, che continuerebbe anche ad essere una superpotenza nucleare e quindi nessuno (tranne dei folli) potrebbe mettere in serio pericolo la sua sicurezza nazionale. Casomai sarebbe messo a repentaglio il regime di Putin.

Certo questo è un problema assai serio, anche perché non è affatto irrilevante che questa guerra la si stia combattendo ai confini della Russia, in cui sono in gioco le ambizioni imperiali o, se si preferisce, gli interessi vitali del regime di Putin. Ed è pure un problema assai serio il fatto che la Russia potrebbe infliggere una sconfitta tale all’esercito ucraino che solo un intervento militare della Nato potrebbe evitare il collasso dell’Ucraina*. Quando si parla di escalation, dunque, si deve tenere presente che esistono entrambi questi pericoli, benché sia proprio l’idea che in Ucraina la Russia stia combattendo una guerra esistenziale che potrebbe favorire una disastrosa escalation.

*Non sarebbe un disastro per la Nato neppure un crollo della difesa ucraina, sia perché i russi dovrebbero gestire un Paese ostile e debellare l'inevitabile resistenza ucraina  (uno scenario che, benché diverso, ricorda quello dell'Afghanistan), sia perché la pressione della Nato sulla Russia aumenterebbe. Sarebbe quindi folle un intervento della Nato perché appunto non vi sarebbe una minaccia esistenziale per la Nato e comunque sarebbe una vittoria di Pirro per la Russia, che ben difficilmente potrebbe annettere pure la regione di Leopoli (questa sì che potrebbe essere difesa da truppe della Nato).

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