domenica 11 febbraio 2024

L'EUROPA TRA L'INCUDINE TRUMPISTA E IL MARTELLO PUTINIANO

L'Huffington Post ha pubblicato la trascrizione integrale dell'intervista a Putin di Tucker Carlson.

Leggendo questa trascrizione si capisce che con Putin è difficile anche una trattativa che abbia lo scopo di arrivare non ad un trattato di pace (di cui non ci sono le condizioni, a causa della questione dei crimini di guerra, delle sanzioni , dei territori ucraini occupati dai russi ecc.) ma almeno ad un cessate il fuoco, a patto che (questo il busillis) siano garantite l'indipendenza e la sicurezza "militare" dell'Ucraina (si badi che trattativa non è affatto sinonimo di accordo, tanto è vero che una trattativa, ossia un'azione diplomatica, può durare a lungo e anche fallire).

La "fantastoria" di Putin, infatti, sembra non lasciare alcuno spazio ad un'Ucraina indipendente, al punto che Putin  "ignora" non solo la brutale  repressione del sentimento nazionale ucraino da parte della Russia zarista ma perfino che la Russia riconobbe l'indipendenza dell'Ucraina nel dicembre del 1991 e che con il Memorandum di Budapest del 1994 si era impegnata a rispettare i confini dell'Ucraina (certo si sapeva che lasciare all'Ucraina la Crimea  avrebbe potuto avvelenare le relazioni tra i due Paesi ma alla Russia furono comunque consegnate tutte le testate nucleari che erano in Ucraina).

Per di più Putin ha addirittura sostenuto che una zona dell'Ucraina sarebbe ungherese e soprattutto che responsabile della Seconda guerra mondiale fu la Polonia (sic!) anziché la Germania.

D'altronde, da diversi anni in Russia si riscrivono i libri di storia (dei libri di storia se ne occupa direttamente lo Stato) per esaltare l'imperialismo russo e sovietico,  mentre le  "leggi sulla memoria" vietano qualunque analisi critica dell'Unione Sovietica nella Seconda guerra mondiale (si è chiuso Memorial, principale centro di ricerche storiche sui crimini dello stalinismo, non si può neppure affermare che il massacro di Katyn fu compiuto dai sovietici, Stalin è considerato nuovamente una sorta di "padre della patria" e via dicendo).

Ma l'Europa  deve non solo confrontarsi con un regime autocratico (al punto che presenta perfino dei tratti totalitari) che considera sia "terra di Russia" qualunque luogo in cui vi sia una comunità russa o semplicemente russofona o che sia appartenuto all'impero russo, ma pure con un'America sempre più condizionata da Trump che è giunto ad affermare che i Paesi europei si meriterebbero di essere aggrediti dalla Russia.

Insomma, adesso l'Europa rischia di trovarsi, senza essere  un vero "soggetto (geo)politico", tra l'incudine trumpista e il martello putiniano. In sostanza si tratta del fallimento (geo)politico di un euro-atlantismo che si è spacciato per vero europeismo.

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