domenica 20 agosto 2023

IL LABIRINTO UCRAINO

 Che pure in questa guerra si debba distinguere tra un aggressore, la Russia, e un aggredito, l'Ucraina, è pacifico, tranne per i cosiddetti "putiniani" ossia coloro che fanno l'apologia della invasione russa dell'Ucraina.   

D'altra parte, è difficile negare che Putin abbia cercato di approfittare di una serie di circostanze storiche (il fallimento strategico degli Usa in Afghanistan, il declino dell'egemonia degli Usa in varie regioni del mondo, la sempre più grave situazione interna dell'America, l'insignificanza geopolitica dell'Ue ecc.) per scatenare una guerra nel cuore dell'Europa, convinto che bastasse dare un calcio alla "baracca marcia" per farla crollare, tanto più che è evidente la Nato non era preparata per combattere una guerra ad alta intensità.

Tuttavia, c'è sempre un molteplicità di responsabilità soggettive e di fattori oggettivi che rendono possibile una guerra. Non è l'eccezione ma la norma nella storia. E non si può neppure negare che questa guerra sia una "guerra a più dimensioni", tanto che è diventata pure una guerra per procura della Nato - e in specie di alcuni Paesi della Nato - contro la Russia, grazie alla resistenza ucraina che ha impedito ai russi di insediare un governo filorusso a Kiev. 

Del resto, è indubbio che l'invasione russa dell'Ucraina abbia  offerto agli Usa la possibilità di tagliare i ponti tra la Russia e l'Europa occidentale (in particolare tra la Russia e la Germania) e di formare un blocco occidentale (il cosiddetto "Occidente collettivo") necessario soprattutto per fare fonte alla sfida contro la Cina.

Certo, l'America non ha alcuna intenzione di arrivare ad uno scontro diretto con la Russia. E una guerra lunga e di logoramento tra la Russia e l’Ucraina non premetterebbe agli Usa di concentrare le proprie risorse nell'Indo-Pacifico, che per l'America è diventato il teatro geopolitico principale.

Nondimeno,  anche se è vero che le decisioni degli attori geopolitici contano, non si deve dimenticare che gli attori geopolitici sono pur sempre degli "interpreti" di una molteplicità di fattori oggettivi e che di conseguenza "ignorare" la complessità di tali fattori può favorire solo i "cattivi interpreti" della storia e della geopolitica.


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