Nel vertice Nato a Vilnius si sono approvati i piani di guerra contro la Russia nel caso che quest'ultima dovesse aggredire un Paese membro della Nato. Si tratta di un cambiamento radicale della strategia della Nato dato che non ci si basa più, come nella guerra fredda, sulla deterrenza nucleare, ma si prevede di combattere un conflitto convenzionale ad altissima intensità, in cui ad ogni Paese della Nato verranno assegnati compiti precisi.
Inutile dire che tutto questo avrà un costo assai elevato, a discapito del potenziamento del sistema sanitario, della costruzione di nuove infrastrutture, della difesa del territorio, del miglioramento delle condizioni vita e di lavoro e così via.
Per di più, secondo il Washington Post, la guerra in Ucraina è già costata all'Europa 139,5 miliardi (più quindi che agli Usa, i cui aiuti complessivi all'Ucraina ammontano a 70,9 miliardi).*
Ma la guerra non è ancora terminata e già nel febbraio scorso si stimava che la ricostruzione dell'Ucraina sarebbe costata più di 400 miliardi. E non è un mistero che il costo della ricostruzione dell'Ucraina dovrà essere sostenuto soprattutto dall'Europa.
Queste le conseguenze, ma potrebbero essere perfino peggiori, delle assurde e perfino grottesche ambizioni imperiali del regime neostalinista o, se si preferisce, nazi-stalinista di Putin, che solo degli sprovveduti o dei veri e propri mistificatori di professione (che abbondano nel nostro Paese) possono giustificare (favoleggiando pure di un imminente e catastrofico crollo dell'Occidente, quasi che non li riguardasse!), dato che non vi era alcuna minaccia militare della Nato nei confronti della Russia (diversa e più complessa era la questione geopolitica che opponeva la Nato e la Russia, in specie dopo lo scontro tra la Russia e la Georgia nel 2009), come prova lo stesso fatto che - mentre il Cremlino badava solo a riempire di rubli le tasche degli oligarchi, a rafforzare la sua macchina bellica e ad incrementare la produzione di munizioni di artiglieria, infischiandosene dello sviluppo del sistema socio-economico russo - gli arsenali della Nato all'inizio di questa guerra erano semivuoti, giacché la stessa America non prevedeva di dovere combattere una guerra convenzionale ad alta intensità.
Adesso si è voltata pagina e certo opporsi (si badi, secondo una prospettiva che si potrebbe ancora definire socialdemocratica, benché "declinata" in forme diverse da quelle del secolo scorso e quindi assai più attenta alla difesa dei legami comunitari e dell'ambiente) alla volontà di potenza del sistema liberal-capitalistico, che sta generando miseria e degrado sociale e ambientale pure in Occidente, sarà molto più difficile.
*Usa: aiuti finanziari 24,5; umanitari 3,6; militari 42,8.
Europa: aiuti finanziari 37,7; umanitari 8,4; militari 35,6; per i rifugiati 57,8 (fonte https://www.washingtonpost.com/opinions/interactive/2023/ukraine-war-analysis-stalemate-economy-aid/?itid=sf_world_ukraine-russia_opinions_p001_f008&fbclid=IwAR33nX-v7zYj-Xs4dwz5D_WnSLnQoSFaA7tB3YbpkRXNrcz9oaao4201lxE).
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