lunedì 10 luglio 2023

NOTERELLA SULLA CONTROFFENISVA UCRAINA

Gli ucraini continuano ad avanzare con cautela - anche perché il lavoro di sminamento è necessariamente lento e pericoloso - e a colpire con i missili e artiglieria a lunga gittata i centri logistici e di comando russi, di modo da indebolire il più possibile le difese russe.

Tuttavia, il "volto della battaglia" presenta un nuovo aspetto, dato che i russi tendono a chiudere subito i “piccoli varchi” aperti dagli ucraini nelle difese russe, di modo che lo scopo degli ucraini adesso non è tanto quello di guadagnare terreno ma di infliggere il maggior numero di perdite alle stesse riserve russe, dato che in pratica la "difesa avanzata" russa sta diventando la principale linea di difesa russa. 

Intanto gli ucraini hanno compiuto progressi nella zona di Bakhmut e ora le truppe russe che sono in questa città (ridotta ad un cumulo di macerie) rischiano di essere "tagliate fuori" (sulla base di quanto affermano anche i milbloggers russi si può sostenere che le difese della 72a brigata russa hanno ceduto, il contrattacco della 57a brigata di fucilieri è fallito e altre due brigate russe - la 4a e la 14a - hanno subito gravi perdite  - vedi anche Tom Cooper, Ukraine War, 9 July 2023, "Sarcastosaurus").

Del resto, l'esercito russo continua a mostrare i soliti problemi sotto il profilo C3 e I&R e di conseguenza è incapace di condurre una vera tattica di infiltrazione o una battaglia manovrata (grave è pure la mancanza di un buon numero di militari professionisti a causa delle elevate perdite subite dall'esercito russo nella prima fase della guerra). 

Difatti, nella zona di Kreminna gli attacchi russi - condotti con la solita tattica ossia "colpi di ariete" e fuoco intenso di artiglieria - non hanno ottenuto alcun successo e pure gli attacchi russi nella zona di Avdiivka e Mariinka non hanno conseguito alcun risultato , tanto che  perfino Girkin ha scritto: "Sembra che il I Corpo d'Armata russo sia intenzionato a distruggere tutto ciò che resta delle unità 'separatiste'   e di quelle degli sfortunati mobiks russi."

Nella sostanza i russi stanno cercando di "fare muro" contando soprattutto su una certa superiorità numerica, sulla potenza di fuoco della propria artiglieria (sebbene sia assai meno  precisa di quella ucraina), sui campi minati (il numero di mine è enorme) nonché sull'appoggio degli elicotteri che si stanno rivelando assai più efficienti dei cacciabombardieri russi, il cui livello operativo continua ad essere estremamente basso, tanto che non riescono ad effettuare massicci attacchi di interdizione contro le linee logistiche ucraine ma solo alcuni attacchi di appoggio all'esercito russo e contro la prima linea ucraina con bombe plananti, oltre ad attacchi con missili (tutt'altro che precisi)  senza però penetrare in profondità nello spazio aereo ucraino.

Insomma, è ancora presto per capire come finirà la controffensiva ucraina (ossia se il muro russo reggerà o crollerà in qualche punto dando così la possibilità agli ucraini di impiegare "con profitto" il grosso delle proprie forze corazzate e meccanizzate) ma ha poco senso affermare che la controffensiva procede troppo lentamente per avere successo, dato che adesso non è questo che conta (sotto il profilo militare, si intende).*

*Che per risolvere la crisi ucraina sia necessario un accordo che vada al di là dell’Ucraina, vale a dire che concerna la questione della sicurezza collettiva in Europa, è difficile metterlo in dubbio, ma troppi sono gli ostacoli da superare, incluse la pre-potenza del Cremlino e la russofobia della cosiddetta "Europa baltica" che considera la Russia in quanto tale un Paese ostile. Un ruolo decisivo lo dovrebbe svolgere Washington che non vuole certo una disgregazione della Russia né che questa guerra si prolunghi fino alle prossime elezioni presidenziali in Usa e al tempo stesso vuole concentrare i propri mezzi e le proprie risorse soprattutto nell'Indo-Pacifico. Verosimilmente, quindi, Washington adesso mira a dare la possibilità agli ucraini di conseguire perlomeno un certo successo militare entro la fine di quest'estate per poi arrivare ad un cessate il fuoco. Tuttavia non è facile, sia perché non è affatto chiaro quali siano gli obiettivi politico-strategici di Washington, che deve pure "fare i conti" con le differenze politiche sempre più nette all'interno della stessa Nato, sia perché la Russia sembra essere "prigioniera" della sua strategia fallimentare in Ucraina.


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