Più passa il tempo e più è evidente che non è probabile che la controffensiva ucraina riesca a conseguire un reale successo tattico-operativo prima che cominci la cattiva stagione. Non è solo questione di estesi campi minati, di poche forze corazzate o meccanizzate e di pochi aerei da combattimento. Indubbiamente l'esercito ucraino si trova davanti una difesa russa troppo profonda per essere superata in breve tempo, considerando anche i non molti mezzi di cui dispongono gli ucraini per condurre un attacco contro le formidabili linee fortificate russe (sebbene le forze russe non siano scaglionate in profondità ma concentrate nei punti in cui attaccano gli ucraini). Ma è soprattutto l'ostinata resistenza dei soldati russi che è un ostacolo difficile da superare.
Difatti, è innegabile che i soldati russi - o perlomeno la maggior parte di loro -, nonostante i gravi difetti dell'esercito russo (che, si badi, dipendono in buona misura proprio dai difetti del regime di Putin), si battano con notevole determinazione. In sostanza, l'esercito russo non saprà condurre una guerra offensiva ma sta dimostrando di sapere difendersi assai bene. Pertanto, contrariamente a quello che il Comando ucraino e i vertici della Nato si auguravano nella scorsa primavera, non si può ritenere probabile, nonostante il valore e il coraggio dei soldati ucraini, che si verifichi un “crollo” dell'esercito russo. Non a caso in Occidente già si parla della necessità di una nuova controffensiva ucraina la prossima primavera.
Certo, nelle prossime settimane gli ucraini continueranno ad attaccare per arrivare perlomeno fino alla ferrovia che collega Tokmok con Donetsk (sembra però che i russi adesso usino soprattutto degli autocarri per trasportare le munizioni dalle stazioni ferroviarie della Crimea al fronte), ma dovranno evitare sia di subire perdite troppo numerose (che l'esercito di Kiev non può permettersi) sia di essere attaccati sui fianchi, dato che il piccolo saliente che hanno creato nelle difese russe nella zona di Robotine-Verbove è ancora assai "stretto" (in pratica i russi potrebbero circondare le brigate ucraine più avanzate). Peraltro, non si deve dimenticare che si combatte aspramente anche in altri settori del fronte (in specie a Kupiansk, a Bachmut e nella zona di Velyka Novosilka).*
Insomma, anche se in guerra regna l'incertezza ed è quindi presto per parlare di un totale fallimento della controffensiva ucraina, è indubbio che non si stia assistendo ad un successo ucraino come quello dell'estate scorsa. D'altronde, i russi hanno avuto parecchi mesi di tempo per rafforzare il proprio esercito e costruire un sistema difensivo che sarebbe un ostacolo assai difficile da superare anche per un esercito molto più forte e numeroso di quello ucraino. Questo ovviamente è un serio un problema militare ma è anche e soprattutto un serio problema politico.
*Si veda comunque l'analisi di Michael Kofman e Rob Lee https://warontherocks.com/2023/09/perseverance-and-adaptation-ukraines-counteroffensive-at-three-months/.
Michael Kofman e Rob Lee concludono la loro analisi (rigorosa e dettagliata) della controffensiva ucraina affermando: "Western support thus far has been sufficient to avert a Ukrainian defeat, and arguably has imposed a strategic defeat on Russia, but not enough to ensure a Ukrainian victory. Independent of the outcome of this offensive, Western countries need to be clear-eyed about the fact that this will be a long war. Taken together, Western industrial and military potential greatly exceeds Russia’s, but without the political will, potential alone will not translate into results."
Ma avere evitato la sconfitta dell'Ucraina e avere conseguito una vittoria strategica contro la Russia (che non è riuscita ad insediare un governo filorusso a Kiev, né ad occupare Kharkiv, né a negare l'accesso al mare all'Ucraina, né ad occupare tutto il Donbass, che deve far fronte ad una Nato più forte, che ha rotto i ponti con l'Europa occidentale, che dipende sempre più dalla Cina, che ha seri problemi economici e sociali e via dicendo), non equivarrebbe ad una vittoria politico-strategica dell'Ucraina, se Kiev ottenesse garanzie politiche e militari dall'Occidente tali da impedire alla Russia di potere aggredire nuovamente l'Ucraina senza rischiare di scatenare una guerra mondiale?
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