Non passa giorno senza che vi sia chi cerca di suscitare il plauso della platea euro-atlantista sparando a zero contro quelli che ritiene essere degli agenti al servizio di Putin, tanto che perfino Lucio Caracciolo, il direttore di Limes, è uno dei bersagli degli euro-atlantisti.
Ovviamente, che Caracciolo sia putiniano solo perché non è un propagandista della Nato lo può pensare solo chi sostiene che la guerra russo-ucraina non è "anche" (si badi: anche) una guerra per procura della Nato contro la Russia, ma al tempo stesso afferma che la Nato (e quindi pure l'Italia) è in guerra contro la Russia
Comunque, a parte il disordine mentale che sembra caratterizzare il pensiero dei nostri "Amerikani nati in Italy", il problema più serio per costoro sarebbe non tanto che esista una rivista come Limes quanto piuttosto la geopolitica stessa.
Per alcuni "Amerikani nati in Italy" infatti la geopolitica sarebbe una pseudoscienza ossia una mera ideologia che vorrebbe giustificare una concezione deterministica della storia e in sostanza fascista o addirittura nazista.
Certo la geopolitica non è una scienza, dato che si avvale di contributi di varie scienze o discipline: la storia (in specie politica e militare), la geografia (non solo fisica ma economica e politica), la teoria delle relazioni internazionali, la demografia, la storia delle religioni, l'antropologia culturale, la filosofia politica e via dicendo.*
In sostanza, la geopolitica è caratterizzata da un "approccio multidisciplinare" al fine di elaborare un'analisi razionale del rapporto tra il Politico (quindi soprattutto i regni, gli imperi, gli Stati ecc.) e lo spazio o, meglio, la terra (ragion per cui il concetto di terra è duplice: da un lato denota l'ambiente in cui e grazie a cui i "mortali" possono vivere, dall'altro denota la terra in quanto "spazio" diverso dal mare, dal cielo e dal "vuoto cosmico").
In questa prospettiva, è lecito - almeno per chi scrive - intendere la geopolitica come l'analisi dei diversi modi in cui si configura "nel corso della storia" il rapporto tra il Politico e i modi in cui i mortali abitano la terra (e quindi con ciò che Carl Schmitt definisce come Nomos della terra: l'occupazione di una terra, la sua spartizione e la sua "messa a frutto").
Pertanto, tenendo presente che l'uomo è un animale sia sociale che politico, essenziali sono non la cosiddetta "razza" o altre chimere ideologiche, bensì la storia e la cultura di un popolo (incluso l'ambiente - la "geo-grafia" - in cui un popolo "dimora") e il modo in cui si "intrecciano" con la storia e la cultura di altri popoli. In altri termini, una concezione geopolitica è giustificata proprio dal fatto che di necessità i mortali abitano politicamente la terra.
*Per fare qualche esempio si pensi ad opere come Terra e Mare di Carl Schmitt, Ascesa e declino delle grandi potenze di Paul Kennedy o The Grand Chessboard di Zbigniew Brzezinski.
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