mercoledì 28 giugno 2023

L'OCCIDENTE NEOLIBERALE È UNA PRIGIONE SENZA MURI?

Le "ciance" o le farneticazioni complottiste dei sedicenti analisti militari ed esperti di geopolitica filoputiniani che imperversano in rete non meritano di essere prese in considerazione, se non per il fatto che sono indice dell'infimo livello politico-culturale del nostro Paese (le eccezioni non mancano, ma sono appunto tali). 

Nondimeno, se la narrazione filoputiniana di questa guerra è praticamente un castello di menzogne  "in stile KGB", ciò non significa che sia vera quella euro-atlantista, giacché questa guerra non è neppure uno scontro tra autocrazia e democrazia liberale, bensì tra autocrazia e oligarchia neoliberale (benché il regime ucraino e anche altri regimi europei siano nazionalisti con alcuni "lineamenti" neoliberali più o meno marcati).*

Certo, se si è intellettualmente onesti si  deve riconoscere che in Occidente vi sono ancora delle forme di contropotere ovvero degli "elementi" di democrazia e degli spazi di libertà, nonostante vi siano tecniche sempre più sofisticate di manipolazione dell'opinione pubblica (per questa ragione si preferisce parlare ancora di liberal-democrazie). Tuttavia, è anche vero che pure in Occidente si può scegliere solo tra le diverse opzioni che il sistema ha già scelto (è ciò che il sociologo Niklas Luhmann definisce come doppia selettività).

Ovviamente non sarebbe nemmeno possibile un sistema politico e sociale che non operasse in questo senso, ma un conto è una lotta politica che ha come scopo mutare le regole del gioco, un altro una lotta politica che concerne solo la "corretta" applicazione delle regole del gioco e allora la politica tende a ridursi a pubblica amministrazione ovverosia nella sostanza non si distingue più dalla tecnologia sociale (di modo che il conflitto politico si manifesta soprattutto a livello geopolitico come lotta per l'egemonia, mentre nei singoli Paesi è sempre più solo uno scontro che concerne alcuni ristretti gruppi di interesse per stabilire chi deve applicare le regole del gioco e come applicarle).

In quest'ultimo caso la selezione (effettuata dal sistema) delle opzioni tra cui si può scegliere non può essere rifiutata o essere messa "seriamente" in discussione. E il sistema è tanto più "chiuso" allorché si ritiene che la selezione effettuata dal sistema sia comunque la "meno peggio".

In pratica, si ritiene che le regole del gioco in Occidente, anche se sono tali da svantaggiare "sistematicamente" i molti (non solo sotto il profilo economico), non si possano più cambiare senza rendere perfino peggiore la condizione dei molti (tanto che vi è chi pensa che l'unica opposizione possibile in Occidente sia una forma di “diserzione” ovverosia  rifugiarsi nel privato, per prendersi cura di sé).** Ed è appunto per questa ragione che l'Occidente neoliberale si può considerare una prigione senza muri (diverso il caso di un'autocrazia o di un regime illiberale giacché in questo caso conta abbattere i muri della prigione in cui si è rinchiusi).

Ciò nonostante, non si dovrebbe dimenticare che la "realtà" (il mondo, l'ambiente in cui viviamo ecc.) non è indipendente o del tutto indipendente dal "soggetto" che la percepisce. In altri termini, non è falso che l'Occidente neoliberale "appaia" come un prigione senza muti, ma "appare" così anche perché noi lo percepiamo così, vale a dire che il modo stesso in cui un sistema politico e sociale funziona (incluso quello neoliberale) non è (del tutto) indipendente dal modo in cui noi percepiamo la "realtà".

*Naturalmente la guerra russo-ucraina non è uno scontro meramente ideologico ma una guerra, per così dire, "a più dimensioni" sotto il profilo politico-culturale e soprattutto sotto il profilo geopolitico.

**In questo senso una oligarchia neoliberale è caratterizzata dalla mercificazione - ossia dalla "colonizzazione" da parte del "mercato"  - di qualsiasi ambiente vitale, di modo che tutto si trasforma, grazie in particolare alla tecnologia, in "merce e numero" (si badi che una società di mercato non è una società con mercato) . Sotto il profilo sociale e antropologico, dunque, la condizione di tutti sembra diventare sempre peggiore, ma le élite dominanti traggono comunque profitto proprio da questa situazione. Del resto, ciò vale anche per i regimi autocratici che però presentano pure i gravi "difetti" che contraddistinguono un sistema illiberale.


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