lunedì 29 aprile 2024

ONESTÀ INTELLETTUALE

Senza concedere nulla ai cosiddetti "putiniani" (termine del resto  usato a sproposito dagli atlantisti neoliberali ossia post-democratici) si capisce poco o nulla della questione ucraina se non si considera l'ostilità dell'Occidente atlantista neoliberale nei confronti della Russia per ragioni geopolitiche  e politico-culturali (che peraltro hanno favorito il nazionalismo estremo e il revanscismo russi, come se solo una politica di prepotenza potesse opporsi alla politica di prepotenza dell'Occidente atlantista). 

Ogni seria analisi della questione ucraina dovrebbe quindi prendere in considerazione la politica occidentale nei confronti della Russia a partire dal crollo dell'Unione Sovietica.

Non vi è dubbio, infatti, che sia stata (nella sostanza, si intende) una politica che aveva come scopo principale l'indebolimento o addirittura la disgregazione della Federazione russa, in quanto la Russia rappresentava, solo per il fatto di esistere, un ostacolo significativo al disegno di egemonia globale perseguito dall'America  - e in generale dall'oligarchia neoliberale occidentale - in specie dopo la scomparsa dell'Unione Sovietica.

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