sabato 16 dicembre 2023

IL "DISORDINE MENTALE" DELL'OCCIDENTE EUROATLANTISTA

È noto che gli americani volevano che la controffensiva ucraina cominciasse nell’aprile scorso e che l'attacco ucraino avvenisse in una sola direzione ovverosia in direzione di Melitopol, per "tagliare” il corridoio che unisce la Crimea e il Donbass. Gli ucraini invece ritenevano che si dovesse aspettare la buona stagione (attaccarono a giugno) e che fosse necessario non solo un maggiore addestramento delle nuove brigate ucraine ma anche attaccare in diverse direzioni per "sbilanciare" l'esercito russo.

Insomma, comunque la si pensi riguardo al modo in cui gli ucraini hanno condotto la controffensiva,  è evidente che l'esercito di Kiev non aveva la potenza di fuoco necessaria per uno sfondamento delle difese russe - sempre che il morale dell'esercito russo non crollasse del tutto - e che di conseguenza una difesa attiva o, meglio, "elastica" sarebbe stata una migliore strategia. Ma occorreva capire che per Kiev limitarsi a difendere l'indipendenza e la sovranità dell'Ucraina, anziché puntare ad una (tutt'altro che probabile) “sconfitta totale” della Russia riconquistando la Crimea o facendo addirittura crollare il regime di Putin, equivaleva a non perdere la guerra. 

Ora invece c'è uno stallo pericoloso per gli ucraini che non hanno i mezzi, gli uomini e le risorse che hanno i russi, sebbene le perdite dell'esercito russo siano certo assai gravi e con ogni probabilità nettamente superiori a quelle dell'esercito ucraino. Peraltro, sono proprio il nazionalismo ottuso del regime di Kiev e l'insipienza geopolitica e strategica dell'Occidente atlantista e neoliberale a rendere più difficile per l'Ucraina resistere agli attacchi dei russi, benché sia poco probabile che si verifichi un vero e proprio crollo dell'esercito ucraino.

Comunque sia, il regime di Kiev, nonostante disponga ancora di buona parte degli armamenti ricevuti dalla coalizione occidentale, è costretto ad arruolare con la forza anche chi non è in grado di svolgere il servizio militare, mentre si ritiene che siano più di mezzo milione i maschi ucraini in età di leva che hanno lasciato il proprio Paese.* 

Del resto, anche la coalizione occidentale mostra gravi segni di stanchezza, nonostante si continui a cianciare di “vittoria ucraina”, senza nemmeno che si sappia che si intenda per “vittoria ucraina”, mentre la lotta politica sempre più aspra tra repubblicani e democratici negli Usa ha già bloccato gli aiuti militari a Kiev necessari per consentire agli ucraini di resistere agli attacchi dei russi, anche se l'esercito di Kiev cerca ancora di condurre delle azioni offensive, che non solo non hanno successo, se non limitato, ma rischiano di comportare delle gravi perdite che l'Ucraina non può permettersi, a differenza della Russia (sempre che "regga" il fronte interno, dato che le perdite russe sono talmente ingenti che si ritiene che alla Russia ci vorranno diversi anni per ricostituire un esercito ben addestrato).** D’altra parte, La demografia in guerra conta, tanto più che oltre a diversi milioni di profughi ucraini si devono aggiungere alcuni milioni di ucraini etnicamente russi, nonostante che questi ultimi non esistano per l'Occidente neoliberale.

In sostanza, si è persa l'occasione di trattare con la Russia da una posizione che in pratica era ancora vantaggiosa per l'Ucraina (dato che stava combattendo contro una grande potenza come la Russia), sostituendo il realismo geopolitico con l'ideologia (quasi che la Russia fosse simile alla Germania nazista, cui si impose una resa senza condizioni), fino al punto di scambiare la propria immagine fasulla della realtà per la realtà, rischiando così di fare il passo più lungo della gamba. 

Ora quindi è tutto più difficile, anche se l'Ucraina non ha ancora perso la guerra. Certo, si sa che da questa guerra, comunque finisca, l'Ucraina uscirà con le ossa rotte. Nondimeno, anche se Putin può sempre affermare di avere conquistato il territorio che collega la Crimea e il Donbass, a Kiev non vi è un governo filorusso e l'Ucraina conserva ancora l'accesso al mare nonché il controllo di  Kharkiv e di parte dello stesso Donbass (peraltro, nel medio periodo il costo di questa guerra per la Russia con ogni probabilità sarà salatissimo). Pertanto è lecito affermare (il discorso però è diverso se si ritiene che lo scopo dell'Ucraina e della Nato sia riconquistare tutti i territori ucraini  - Crimea inclusa - dai russi) che se la guerra terminasse adesso la Russia non avrebbe vinto.*** Ma pure il Cremlino ne è consapevole, tanto che conta proprio sul "disordine mentale" dell'Occidente euroatlantista per trasformare un grave insuccesso in una vittoria, per quanto limitata e costosa possa essere.


*Vedi https://www.nytimes.com/2023/12/15/world/europe/ukraine-military-recruitment.html.


** Vedi  https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/12/17/la-mancata-controffensiva-ha-fatto-risparmiare-allucraina-gran-parte-degli-armamenti-cosa-dicono-i-dati-dopo-quasi-due-anni-di-guerra/7384739/ e https://www.nytimes.com/2023/12/16/world/europe/ukraine-kherson-river-russia.html. Si deve pure considerare che Mosca ha seri problemi con la mobilitazione ovverosia con il reclutamento.


***Secondo Charles Kupchan "with the Kremlin having returned to the path of territorial conquest, pragmatic realism requires that the West now reinstates a policy of firm containment. But it also requires sober acknowledgment that Ukraine is unlikely to be able to drive Russian forces from its territory; a military stalemate has settled in. Accordingly, the United States should press Ukraine to focus on defending and rebuilding the more than 80 percent of Ukraine still under its control. Over the longer term, the West should help Ukraine restore territorial integrity — an outcome more likely to be achieved at the negotiating table than on the battlefield, https://www.nytimes.com/2023/12/18/opinion/henry-kissinger-ukraine-israel.html.


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