domenica 23 ottobre 2022

REALISMO GEOPOLITICO

In politica è decisivo non solo il fine che ci si propone, ma pure "se, come e quando" lo si possa conseguire.

In sostanza, a nessuna forza politica si può chiedere di ottenere ciò che in una determinata fase storica è praticamente impossibile ottenere.

 In altri termini, pure sulla questione ucraina occorre essere realisti, distinguendo ciò che si ritiene che sarebbe giusto fare da ciò che è possibile e necessario fare considerando il contesto storico e geopolitico in cui si deve agire.

Che cosa allora dovrebbe fare una forza politica italiana per tutelare il nostro interesse nazionale ed evitare che si arrivi ad uno scontro diretto tra la Nato e la Russia?

Che l'Italia rinunci adesso all'invio di armi al regime di Kiev non pare probabile (anche se non è assurdo chiederlo), ma possibile e necessario sarebbe chiedere di porre perlomeno un "limite", vale a dire che gli aiuti militari a Kiev cesseranno nel caso che l'esercito ucraino non si limitasse a cercare di riconquistare i territori conquistati dai russi dopo il 23 febbraio scorso.  

L'Italia, del resto, non è né la Turchia né Israele. Non può quindi che agire nel quadro dell'Ue, con particolare attenzione alla politica della Francia e della Germania. Chi davvero conta comunque è, volenti o nolenti, l'America. 

Pertanto, finché Washington non cambierà politica sulla questione ucraina, probabilmente l'unica cosa che si può e si deve fare è adoperarsi affinché la difesa dell'Ucraina sia definita in modo tale da non compromettere la possibilità di una soluzione negoziale (peraltro si può trattare anche quando si combatte) che riconosca pure i diritti della popolazione del Donbass e le ragioni di entrambi i belligeranti.  

Questo non significa né chiedere a Kiev di arrendersi (ossia che sia Mosca a dettare le condizioni della pace), né che sia Kiev a dettare le condizioni della pace (e che quindi Kiev possa puntare alla riconquista militare di tutto il Donbass e pure della Crimea), né che si faccia dipendere la pace dal crollo del regime di Putin o perfino dalla disgregazione della Russia. 

Può darsi che per molti non sia la soluzione migliore, ma nelle condizioni in cui siamo ottenere questo sarebbe già un risultato eccezionale, al punto che è lecito dubitare che lo si possa davvero ottenere.

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