La modernità ha mutato la relazione tra terra e mare nell’altra, mare contro terra, creando così quelle condizioni che hanno permesso all’Economico di scorporarsi dall’ampio ventaglio di istituzioni culturali, sociali e politiche in cui esso prima era “incastrato”. Tuttavia, il primato della funzione politico-strategica ricompare inevitabilmente nell’analisi che intercetta anche il mercato come espressione di una particolare volontà politica. Questo libro intende non solo (di)mostrare la necessità della funzione egemone ed equilibratrice della politica (ossia del Politico-katechon), ma anche, se conflitto e “squilibrio” sono inevitabili, la necessità di passare dal problema geopolitico e sociale a quello metapolitico e geofilosofico di uno spazio differenziato e orientante. La riconquista di un legame tra terra, abitazione e lavoro, che permetta un universale riconoscimento delle differenze (prodotte da quel legame), trova dunque nell’Eurasia l’antagonista di quella “Grande Isola” d’oltreoceano che è il centro propulsore del capitalismo e dello sradicamento.
Il libro, nella sostanza, è una "risposta" alle tesi difese da Cacciari in "Geo-filosofia dell'Europa" e "Arcipelago" . Le numerose note e i riferimenti bibliografici intendono offrire al lettore la possibilità di approfondire l'argomento e di avere anche una visione critica, oltre che più ampia e articolata, delle posizioni difese dall'autore. Comunque anche questo è un libro che ne richiede un altro, che prenda in esame quella trasformazione del conflitto che ha portato alla guerra asimmetrica dei nostri giorni, in cui il "regolamento bellico dei conti" in senso stretto è solo parte di quella lotta assai più vasta che Costanzo Preve definisce come la "quarta guerra mondiale".
Nessun commento:
Posta un commento