martedì 3 giugno 2025

L'EUROPA E LA GUERRA

Che pure la Russia abbia subito gravissime perdite di uomini e mezzi nella guerra che da oltre tre anni combatte contro l'Ucraina è difficile negarlo*. 

Del resto, anche l'attacco ucraino contro la forza aerea strategica russa non è stata una "bravata dannunziana", dato che almeno 11 bombardieri russi sono stati distrutti**. E anche se i bombardieri strategici sono l'"anello debole" della triade nucleare russa (non sono di "ultima generazione")***, l'operazione "Spiderweb" ha provato che gli ucraini possono colpire qualunque regione della Russia.


D'altronde, nonostante che (bisogna riconoscerlo) gli ucraini continuino ad opporre una valorosa e tenace resistenza agli innumerevoli assalti dell'esercito russo, la Russia detiene ancora l'iniziativa strategica e la situazione dell'esercito ucraino al fronte non è migliorata nemmeno dopo questa brillante - anche se "discutibile" - operazione militare dell'Sbu****,

Ci si dovrebbe quindi chiedere se l'esercito ucraino possa infliggere perdite così gravi all'esercito russo da costringerlo a ritirarsi dai territori ucraini che ha occupato dopo il febbraio 2022 (o addirittura dalla Crimea e da tutto il Donbass) oppure se la guerra di logoramento che si sta combattendo in Ucraina convenga solo alla Russia, che dispone di risorse strategiche (demografia inclusa) decisamente maggiori di quelle ucraine, tanto più che Kiev rischia di non potere più contare sugli aiuti americani (peraltro è degno di nota che diversi analisti militari ritengono che né l'Ucraina né la Russia possano conseguire una "vittoria totale").


Comunque sia, si deve anche tenere conto che secondo gli "euroatlantisti" Putin si sta già preparando ad attaccare la Nato, sebbene gli stessi "euroatlantisti" affermino che la Russia è in grave difficoltà, con pesanti perdite di uomini e mezzi, tanto da essere "costretta a reclutare senzatetto e ad usare dei muli". Tuttavia, che la Russia sia sul punto di crollare e al tempo stesso sia in grado di preparare un attacco su vasta scala contro la Nato, si può ritenere assai poco probabile, anche se non impossibile (in senso  stretto, s'intende).


È invece lecito ritenere che agli "euroatlantisti" non importi tanto la difesa dell'integrità dell'Ucraina o, a maggior ragione, del diritto internazionale (altrimenti dovrebbero perlomeno "prendere seri provvedimenti" - interruzione di ogni collaborazione militare, sanzioni di vario genere, ecc. - contro Israele, che, oltre ad avere già commesso una miriade di crimini di guerra e perfino contro l'umanità a Gaza e in Cisgiordania, sta destabilizzando l'intera area geopolitica del Medio Oriente e del Mediterraneo), quanto piuttosto la possibilità di "strumentalizzare" l'aggressione russa contro l'Ucraina. In altri termini, il cosiddetto "ReArm Europe Plan/Readiness 2030" sembra essere concepito soprattutto per difendere gli interessi e i privilegi delle attuali classi dominanti europee, anziché per difendere l'Europa da una "possibile" aggressione russa.

* Vedi https://www.oryxspioenkop.com/2022/02/attack-on-europe-documenting-equipment.html

**Vedihttps://www.nytimes.com/interactive/2025/06/02/world/europe/ukraine-russia-drone-attacks.html Kiev sostiene che sono 41 gli aerei militari russi distrutti o gravemente danneggiati. Inoltre l'Sbu ha dichiarato che per compiere questo attacco è stata utilizzata "una tecnologia di controllo Uav che combina algoritmi di intelligenza artificiale autonomi e input manuale dell'operatore".

*** Alcuni analisti militari occidentali sostengono che solo 12-15 bombardieri strategici russi (ossia circa il 10%) sono nella cosiddetta "full mission capable condition"  (vedihttps://xxtomcooperxx.substack.com/p/dons-weekly-2-june-2025-part-1?utm_source=post-email-title&publication_id=1535927&post_id=164988305&utm_campaign=email-post-title&isFreemail=true&r=2bkgzd&triedRedirect=true&utm_medium=email). 

****"Si deve infatti tenere presente che attaccare una componente della triade nucleare russa rischia di favorire una pericolosa escalation.

sabato 22 marzo 2025

UN'ALTRA EUROPA

Azzuffarsi sulla questione dell’interpretazione del Manifesto di Ventotene (che si deve leggere tenendo presente il particolare periodo storico in cui venne scritto), ignorando il pericolo che rappresenta l’attuale bellicismo europeo, pare essere un altro segno del declino politico-culturale del nostro Paese, giacché il “sogno europeista” potrebbe trasformarsi in una sorta di terribile incubo, non tanto per la politica di potenza della Russia e dell’America quanto piuttosto per l’insipienza strategica e la tracotanza delle attuali classi dirigenti europee (che sono pure incapaci di opporsi con fermezza alla politica di "prepotenza" di Israele).

Infatti, tenendo conto della situazione internazionale che si è creata dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio del 2022, nonché della situazione militare in cui si trova l’Ucraina dopo oltre tre anni di guerra, continuare a credere che siano sufficienti il sostegno economico militare dell’Europa all’Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia per costringere l’esercito russo a ritirarsi dall’Ucraina, rischia di essere letale sia per gli ucraini che per gli europei.

Certo nessuno possiede la “chiave strategica” per risolvere definitivamente la questione ucraina. Tuttavia, considerando che l’unica pace giusta possibile è una pace necessaria, è lecito ritenere che in una prospettiva davvero “europeista” l’Europa dovrebbe: 

1) adoperarsi per arrivare al più presto ad un cessate il fuoco duraturo che penalizzi il meno possibile il popolo ucraino;

2) riconoscere che pure l’Occidente è responsabile (sotto il profilo geopolitico, s’intende) della guerra russo-ucraina, nonostante che non si possa giustificare l'“improvvida” decisione della Russia di risolvere la questione ucraina con le armi*;

3) cercare di ristabilire delle buone relazioni con la Russia (le cui materie prime peraltro sono necessarie sia per la crescita dell’economia europea sia per ridurre la “dipendenza” dell’Europa dall’America), dato che l'estremismo nazionalista russo dipende anche dall’ostilità tra l’Europa e la Russia.

Chiaramente, non si tratta di negare che sia necessaria una difesa europea (che però presuppone che vi siano una politica estera e un Comando politico-militare comuni), né che, per mettere fine all'ostilità tra l'Europa e la Russia, anche il regime di Putin dovrebbe rinunciare a risolvere le controversie internazionali con le armi.

Nondimeno, se si vuole difendere il benessere materiale e morale della stragrande maggioranza degli europei, ha poco senso giudicare negativamente il regime di Putin (evidenziandone gli indubbi tratti autoritari che ricordano quelli dell’Unione Sovietica) ma ignorare l’involuzione autoritaria dell'Occidente, come se la cosiddetta “post-democrazia” occidentale non fosse in realtà una oligarchia, i cui numerosi difetti e fallimenti (economici e politico-culturali) hanno pure favorito la crescita di varie e pericolose forme di nazional-populismo.

*Che la Nato o, meglio, gli angloamericani usassero l'Ucraina come una sorta di pedina geopolitica per esercitare una forte "pressione" ai confini della Russia è indubbio, ma la Russia non rischiava di essere aggredita dalla Nato o dall'Ucraina. La cosiddetta "operazione militare speciale" in Ucraina non può quindi essere considerata una guerra preventiva.




















giovedì 2 gennaio 2025

IL BELLICISMO EURO-ATLANTISTA CONFERMA LA FONDAMENTALE DIFFERENZA TRA EUROPEISMO ED EURO-ATLANTISMO

Troppa acqua è passata dal febbraio 2022 per limitarsi a condannare l'invasione russa dell'Ucraina, benché sia necessario se si è  intellettualmente onesti e si ragiona in una prospettiva (geo)politica "realistica"*

Del resto, non si deve considerare solo la questione della responsabilità geopolitica dell'Occidente atlantista, il cui scopo sia prima che dopo Maidan era trasformare l'Ucraina in una sorta di  "spina nel fianco" della Russia.

Difatti ormai è palese che il il bellicismo euro-atlantista rappresenta un serio pericolo per l'Europa e in specie per i principali Paesi della Ue, indipendentemente dal giudizio che si possa avere riguardo alla Russia di Putin (che peraltro è un problema che concerne soprattutto - benché non soltanto - il popolo russo). Ovviamente non si tratta di negare che vi sia anche il problema del bellicismo russo ma di capire che è necessario non confondere la difesa dell'indipendenza e della sicurezza dell'Ucraina con una guerra per procura contro la Russia (peraltro, sebbene si debba condannare l'invasione russa dell'Ucraina, bisogna anche tenere conto delle "ragioni geopolitiche" della Russia).

In sostanza, il problema principale dell'Europa anche sotto il profilo geopolitico è sempre la differenza tra europeismo ed euro-atlantismo.

* Che la guerra russo-ucraina sia (diventata) anche una guerra per procura contro la Russia, che favorisce  l'economia americana a scapito di quella europea, e sia perfino una guerra tra la maggioranza degli ucraini e una minoranza ucraina russofila (anche se si tratta di una minoranza che adesso è costituita in gran parte da ucraini che sono cittadini russi), è  ben difficile negarlo. Nondimeno, si deve  tenere conto che è anche e soprattutto una guerra (della maggioranza) degli ucraini contro gli invasori russi. D'altronde, è pure innegabile che in Ucraina (ad eccezione dei territori ucraini controllati od occupati dalla Russia prima del 24 febbraio 2022 -  al  riguardo si veda L. Steinmann, Il fronte russo) l'esercito russo, sebbene non stia combattendo una guerra di annientamento contro il popolo ucraino (significativo è il rapporto tra vittime militari e vittime civili), si sia comportato (e si comporti) come un esercito di occupazione, responsabile di numerosi crimini nei confronti della popolazione civile (ovviamente neppure gli ucraini sono dei "santi").