sabato 22 marzo 2025

UN'ALTRA EUROPA

Azzuffarsi sulla questione dell’interpretazione del Manifesto di Ventotene (che si deve leggere tenendo presente il particolare periodo storico in cui venne scritto), ignorando il pericolo che rappresenta l’attuale bellicismo europeo, pare essere un altro segno del declino politico-culturale del nostro Paese, giacché il “sogno europeista” potrebbe trasformarsi in una sorta di terribile incubo, non tanto per la politica di potenza della Russia e dell’America quanto piuttosto per l’insipienza strategica e la tracotanza delle attuali classi dirigenti europee (che sono pure incapaci di opporsi con fermezza alla politica di "prepotenza" di Israele).

Infatti, tenendo conto della situazione internazionale che si è creata dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio del 2022, nonché della situazione militare in cui si trova l’Ucraina dopo oltre tre anni di guerra, continuare a credere che siano sufficienti il sostegno economico militare dell’Europa all’Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia per costringere l’esercito russo a ritirarsi dall’Ucraina, rischia di essere letale sia per gli ucraini che per gli europei.

Certo nessuno possiede la “chiave strategica” per risolvere definitivamente la questione ucraina. Tuttavia, considerando che l’unica pace giusta possibile è una pace necessaria, è lecito ritenere che in una prospettiva davvero “europeista” l’Europa dovrebbe: 

1) adoperarsi per arrivare al più presto ad un cessate il fuoco duraturo che penalizzi il meno possibile il popolo ucraino;

2) riconoscere che pure l’Occidente è responsabile (sotto il profilo geopolitico, s’intende) della guerra russo-ucraina, nonostante che non si possa giustificare l'“improvvida” decisione della Russia di risolvere la questione ucraina con le armi*;

3) cercare di ristabilire delle buone relazioni con la Russia (le cui materie prime peraltro sono necessarie sia per la crescita dell’economia europea sia per ridurre la “dipendenza” dell’Europa dall’America), dato che l'estremismo nazionalista russo dipende anche dall’ostilità tra l’Europa e la Russia.

Chiaramente, non si tratta di negare che sia necessaria una difesa europea (che però presuppone che vi siano una politica estera e un Comando politico-militare comuni), né che, per mettere fine all'ostilità tra l'Europa e la Russia, anche il regime di Putin dovrebbe rinunciare a risolvere le controversie internazionali con le armi.

Nondimeno, se si vuole difendere il benessere materiale e morale della stragrande maggioranza degli europei, ha poco senso giudicare negativamente il regime di Putin (evidenziandone gli indubbi tratti autoritari che ricordano quelli dell’Unione Sovietica) ma ignorare l’involuzione autoritaria dell'Occidente, come se la cosiddetta “post-democrazia” occidentale non fosse in realtà una oligarchia, i cui numerosi difetti e fallimenti (economici e politico-culturali) hanno pure favorito la crescita di varie e pericolose forme di nazional-populismo.

*Che la Nato o, meglio, gli angloamericani usassero l'Ucraina come una sorta di pedina geopolitica per esercitare una forte "pressione" ai confini della Russia è indubbio, ma la Russia non rischiava di essere aggredita dalla Nato o dall'Ucraina. La cosiddetta "operazione militare speciale" in Ucraina non può quindi essere considerata una guerra preventiva.




















giovedì 2 gennaio 2025

IL BELLICISMO EURO-ATLANTISTA CONFERMA LA FONDAMENTALE DIFFERENZA TRA EUROPEISMO ED EURO-ATLANTISMO

Troppa acqua è passata dal febbraio 2022 per limitarsi a condannare l'invasione russa dell'Ucraina, benché sia necessario se si è  intellettualmente onesti e si ragiona in una prospettiva (geo)politica "realistica"*

Del resto, non si deve considerare solo la questione della responsabilità geopolitica dell'Occidente atlantista, il cui scopo sia prima che dopo Maidan era trasformare l'Ucraina in una sorta di  "spina nel fianco" della Russia.

Difatti ormai è palese che il il bellicismo euro-atlantista rappresenta un serio pericolo per l'Europa e in specie per i principali Paesi della Ue, indipendentemente dal giudizio che si possa avere riguardo alla Russia di Putin (che peraltro è un problema che concerne soprattutto - benché non soltanto - il popolo russo). Ovviamente non si tratta di negare che vi sia anche il problema del bellicismo russo ma di capire che è necessario non confondere la difesa dell'indipendenza e della sicurezza dell'Ucraina con una guerra per procura contro la Russia (peraltro, sebbene si debba condannare l'invasione russa dell'Ucraina, bisogna anche tenere conto delle "ragioni geopolitiche" della Russia).

In sostanza, il problema principale dell'Europa anche sotto il profilo geopolitico è sempre la differenza tra europeismo ed euro-atlantismo.

* Che la guerra russo-ucraina sia (diventata) anche una guerra per procura contro la Russia, che favorisce  l'economia americana a scapito di quella europea, e sia perfino una guerra tra la maggioranza degli ucraini e una minoranza ucraina russofila (anche se si tratta di una minoranza che adesso è costituita in gran parte da ucraini che sono cittadini russi), è  ben difficile negarlo. Nondimeno, si deve  tenere conto che è anche e soprattutto una guerra (della maggioranza) degli ucraini contro gli invasori russi. D'altronde, è pure innegabile che in Ucraina (ad eccezione dei territori ucraini controllati od occupati dalla Russia prima del 24 febbraio 2022 -  al  riguardo si veda L. Steinmann, Il fronte russo) l'esercito russo, sebbene non stia combattendo una guerra di annientamento contro il popolo ucraino (significativo è il rapporto tra vittime militari e vittime civili), si sia comportato (e si comporti) come un esercito di occupazione, responsabile di numerosi crimini nei confronti della popolazione civile (ovviamente neppure gli ucraini sono dei "santi").